Carabinieri: Brigadiere ricarica l’auto in caserma e finisce sotto accusa per furto d’Energia
(di Avv. Umberto Lanzo)
La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13613 del 2025, ha affrontato un tema cruciale nel diritto militare: l’interesse dell’imputato ad impugnare una sentenza che, pur escludendo la punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), accerta la sussistenza del reato e registra tale accertamento nel casellario giudiziale. La vicenda giudiziaria, che ha coinvolto un vicebrigadiere dei Carabinieri accusato di furto militare aggravato, evidenzia come le pronunce di questo tipo possano avere conseguenze giuridiche rilevanti, anche in assenza di una condanna formale.
Il Caso: Un Furto di Energia Elettrica da 33,92 Euro
La vicenda trae origine nel 2022, quando un vice brigadiere, in servizio presso la Stazione Carabinieri di Scordia, viene accusato di aver collegato la batteria della propria auto elettrica ad una presa di corrente della caserma. Attraverso un cavo, fatto passare da una finestra, il militare avrebbe sottratto 67,85 kWh per un valore totale di 33,92 euro.
Il Tribunale Militare di Napoli, con sentenza del 22 febbraio 2024, aveva assolto l’imputato per la particolare tenuità del fatto. La decisione era stata confermata dalla Corte Militare di Appello di Roma il 18 settembre 2024. Tuttavia, la sentenza, pur chiudendo il procedimento con un proscioglimento, sanciva la responsabilità penale dell’imputato, sottoponendolo così agli effetti pregiudizievoli previsti dall’art. 131-bis c.p., tra cui l’iscrizione nel casellario giudiziale.
L’Interesse a Impugnare: La Cassazione si Pronuncia
Uno degli aspetti centrali della vicenda è l’interesse dell’imputato ad impugnare una sentenza di proscioglimento per tenuità del fatto. La giurisprudenza, come ribadito dalla Cassazione, è chiara: una pronuncia che accerti la sussistenza del fatto, la sua illiceità penale e la responsabilità dell’imputato non può essere considerata innocua.
Perché?
- Essa ha efficacia di giudicato: il fatto accertato non potrà essere più messo in discussione in sede giudiziaria.
- Viene iscritta nel casellario giudiziale, con potenziali effetti negativi per l’imputato, sia in ambito lavorativo che personale.
- Può precludere la futura applicazione dell’art. 131-bis c.p., che è subordinata alla mancanza di precedenti analoghi.
La Cassazione richiama un orientamento consolidato (Sent. n. 459/2020, dep. 2021) che sottolinea come l’interesse dell’imputato a rimuovere tali effetti sia pienamente legittimo.
La Difesa: Le Ragioni del Ricorrente
L’imputato, tramite il proprio difensore, ha presentato ricorso sostenendo che la motivazione della Corte Militare di Appello fosse carente e illogica. In particolare, si è contestata:
- La mancanza di prove dirette che dimostrassero il collegamento del cavo alla presa elettrica della caserma.
- L’errata valutazione delle dichiarazioni del ricorrente, che aveva affermato di aver collegato il cavo ad una power bank personale, e non alla rete elettrica della caserma.
- Il presunto travisamento delle dichiarazioni rese dai testimoni.
La difesa ha sostenuto che le evidenze raccolte fossero insufficienti per accertare, oltre ogni ragionevole dubbio, la responsabilità dell’imputato.
La Decisione della Cassazione: Un Rigetto Motivato
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo infondati i motivi addotti dalla difesa. Nella sentenza si sottolinea che:
- Le prove indirette possono essere sufficienti per accertare un fatto, purché siano gravi, precise e concordanti. Nel caso in esame, il comportamento dell’imputato (il posizionamento del cavo, il passaggio attraverso la finestra e il parcheggio dell’auto) è stato ritenuto univocamente indicativo del furto di energia elettrica.
- Non vi è stato alcun travisamento delle dichiarazioni dei testimoni. La Corte ha infatti richiamato fedelmente i verbali di udienza, che riportano l’ammissione implicita dell’imputato nel momento in cui questi, scoperto dai colleghi, si sarebbe limitato a dire: «Se il Comandante non mi contesta nulla, non potete farlo voi».
- Il ricorso è carente dal punto di vista dell’autosufficienza, in quanto non ha allegato i documenti necessari a dimostrare il presunto travisamento delle prove.
Le Implicazioni della Sentenza
Questa pronuncia ribadisce l’importanza di impugnare le sentenze che, pur riconoscendo cause di non punibilità, accertano la responsabilità penale. È un tema particolarmente rilevante nel contesto militare, dove anche condotte di lieve entità, come il furto di energia elettrica, possono avere un impatto significativo sulla carriera e sulla reputazione di un militare.
Inoltre, la sentenza evidenzia come la motivazione del giudice debba essere rigorosa, soprattutto quando si tratta di ricostruzioni basate su presunzioni e indizi. La Cassazione ha confermato che il giudizio di merito deve rispettare i principi di logicità e coerenza, senza però entrare nel merito della valutazione probatoria.
Per approfondire, consulta la nostra guida sui reati militari, dove troverai informazioni utili sulle procedure e le implicazioni legali.
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