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BASTA COLLETTE: LO STATO DIFENDA LE SUE DIVISE! USMIA CARABINIERI: LA SICUREZZA DEL PAESE NON PUÒ COMPORTARE UN PREZZO PER CHI LA GARANTISCE

La morte di Ramy Elgaml, avvenuta dopo una rocambolesca fuga per sottrarsi al controllo dei Carabinieri di Milano, ha riacceso i riflettori su una difficile realtà che vivono ogni giorno “sulla strada” le donne e gli uomini in divisa: “la mancanza di una concreta e immediata tutela legale da parte dello Stato verso chi lo difende, anche a costo dell’estremo sacrificio”.

Il Segretario Generale di USMIA Carabinieri, Carmine Caforio, ha duramente denunciato una situazione di cui tanto si parla, ma che nessuno pare voglia risolvere: «Non è più accettabile che coloro che rischiano diuturnamente la vita per garantire la sicurezza pubblica debbano affrontare da soli le conseguenze legali del proprio servizio, spesso con stipendi che non superano i 1.400 euro. È uno “schiaffo” al senso di giustizia e alla dignità di chi indossa l’uniforme e dei loro cari!».

L’avvio di una raccolta fondi per sostenere il Carabiniere indagato testimonia il profondo spirito di solidarietà che unisce l’Arma e la popolazione, ma pone anche in risalto la carenza di un sistema che, paradossalmente, appare più garantista verso di chi delinque. Caforio non esita a sottolineare: «Queste collette non possono surrogare la risposta di uno Stato di diritto che deve tutelare chi opera in suo nome, senza “scaricare” i costi su chi già affronta enormi rischi e sacrifici».

USMIA Carabinieri lancia un appello deciso al Governo: istituire un sistema di tutela legale preventiva e gratuita per tutti gli operatori di polizia, anticipando e coprendo le spese fino al definitivo accertamento di tutti quei fatti scaturiti nell’esercizio delle peculiari funzioni. Una misura non solo necessaria, ma doverosa per restituire fiducia e dignità alle Forze dell’Ordine che ogni giorno operano per la sicurezza del Paese. Pochi giorni fa, a Roma, si è spenta la vita di un giovane Poliziotto nell’adempimento dei suoi doveri, oggi parliamo invece di un ragazzo che, per eludere un controllo di polizia, ha intrapreso una corsa che l’ha condotto verso una meta senza futuro! Eventi che comportano un doloro prezzo per le famiglie e l’intera comunità, che nessuno vorrebbe si verificassero mai.

Caforio, a nome di tutta l’Associazione, conclude: “Esprimiamo solidarietà al collega indagato, fiducia alla Magistratura e vicinanza alla famiglia del giovane deceduto. Chi difende i cittadini deve essere difeso dallo Stato! Un dovere inderogabile che darebbe un segnale concreto di fiducia a chi garantisce Giustizia e sicurezza alla nostra Patria”.

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