Sindacati Militari

La rabbia dei militari di Strade Sicure: “Stanzoni affollati e bagni fatiscenti nonostante i nostri sacrifici”. Quando lo Stato abbandona chi lo difende

“Dignità nel lavoro”. Questo è ciò che sta chiedendo a gran voce il Sindacato L.R.M. per i militari impegnati ogni giorno nell’operazione ‘Strade Sicure in Campania’. Nella fattispecie, i militari impiegati dalla Brigata Sassari per sei mesi renderanno le nostre strade posti più sicure, cosicché le coppie, i bambini e gli anziani si sentano liberi di vivere.

“Militari che per espletare questo compito salutano le famiglie, i propri cari, perché un ordine va eseguito, perché la legge Italiana va tutelata tanto quanto il Popolo e perché questa è la missione di chi l’uniforme la sente cucita addosso – si legge nella nota -. Quella stessa legge che, a volte, parrebbe non essere uguale per tutti, come ad esempio quanto riguardante la salubrità e sicurezza dei posti di lavoro.

Le condizioni alloggiative precarie: stanzoni affollati e servizi igienici fatiscenti

“Ad oggi, invero, ci si confronta con temi quali quelli della “dignità del lavoro” per militari che alloggiano a centinaia di chilometri, lontani dalle famiglie, in stanzoni condivisi anche in 12/14, con servizi igienici fatiscenti, precari e in grave carenza rispetto agli occupanti del piano. Strutture adibite alla consumazione dei pasti  lontane anche più di un chilometro e palazzine al limite dell’agibilità”.

Non è la prima volta che il Sindacato mette in evidenza tali situazioni alloggiative e le gravi condizioni nelle quali versano diverse infrastrutture militari che ospitano i cittadini in uniforme, dalla Campania al Lazio. Infrastrutture da anni prive di manutenzione per mancanza di adeguati fondi.

“Un faro acceso da Libera Rappresentanza dei Militari anche in occasione dell’ultimo incontro con il Ministro della Difesa Guido Crosetto il 16 novembre 2023 – riporta il testo -. Ci si domanda se tutto ciò è necessario là dove in territorio Nazionale si espleta un compito di ordine pubblico. Tali condizioni sono state rappresentate ufficialmente in novembre 2023 e riferite in apposita riunione proprio dal Sindacato Libera Rappresentanza dei Militari nel dicembre 2023 al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. In quella occasione si è garantito che, con la nuova legge di bilancio (2024), sarebbero  arrivati nuovi fondi per l’alloggio dei militari in strutture alberghiere laddove non vi siano caserme (come nel caso di specie) adatte a garantire “il minimo sindacale”  o dove le stesse fossero in condizioni di inidoneità ad ospitare quei lavoratori silenziosi che molti di noi vedono ogni giorno nelle grandi e medie città in tutta Italia.

L’appello raccolto ma la burocrazia frena: personale ancora in strutture inadeguate

A onor del vero, dunque, sia il Ministro della Difesa che i Vertici di Palazzo Esercito hanno raccolto l’appello. Le somme sono state stanziate ed il Capo di SME  ha personalmente  comunicato ai Dirigenti della sigla sindacale che sarebbe partito l’iter per sistemare i militari in strutture adeguate, ma non si erano fatti i conti, forse, della  burocrazia Italiana, con le decine di visti ed autorizzazioni. Una burocrazia spesso lenta e farraginosa. Il risultato è, dunque, quello che ad oggi pare per la mancanza di un visto del Comando Intermedio, in Napoli, il personale  proveniente dalla Sardegna, si trova ancora in queste condizioni. La struttura alberghiera individuata – si legge -, raggiunta telefonicamente dalla segreteria del Sindacato L.R.M alza le mani, riferendo che ad oggi non hanno notizie in merito a date certe. Ecco che dunque, dopo le feste appena trascorse dove tanti Italiani ed Italiane hanno trascorso assieme ai propri cari momenti importanti,  i nostri militari hanno comunque operato per la sicurezza degli stessi sacrificando i loro affetti. Per tutte queste motivazioni – conclude la nota – è assolutamente necessario un intervento immediato che acceleri le   procedure di ricollocazione del personale ed offra al più presto una tempestiva soluzione ad una situazione alloggiativa “degradante” e al limite del paradossale”.

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