Polizia

AGENTI SENZA AUMENTI. MA 5 MILIONI PER RIFARE I GRADI SALTANO FUORI

Cinque milioni di euro. Tanto costeranno i nuovi distintivi di qualifica introdotti con un decreto ministeriale pubblicato il 5 aprile e firmato dal capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli, dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, dal comandante generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi e dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo. Una vera e propria rivoluzione, che – come tale – costa un patrimonio e, secondo molti, nemmeno serve.

Alla luce delle condizioni in cui si trovano a lavorare negli ultimi anni le forze dell’ordine e in primis la Polizia di Stato, le nuove qualifiche sembrano più una spilla luccicante su un vestito logoro. Pagine e pagine sono state dedicate da il Tempo alla realtà nella quale si trovano a operare gli agenti, in giro con uniformi «disformi» per colore e addirittura modello, con un equipaggiamento spesso non idoneo e senza corsi di aggiornamento all’altezza di una professione che cambia, in vista delle nuove esigenze richieste ad esempio dall’allarme terrorismo in città. Da qui, dunque, il sondaggio proposto alla comunità interna sull’approvazione o meno dei nuovi fregi e disertato dalla quasi totalità degli aventi diritto al voto. Le rivoluzioni piacciono poco, va detto. E questa, secondo un entusiasta capo della Polizia, Franco Gabrielli, era necessaria. «A 37 anni dal varo della nuova Polizia di Stato, abbiamo ritenuto che fosse arrivato il tempo per la nostra Amministrazione, civile a ordinamento speciale, di lasciare i segni distintivi che orgogliosamente appartengono a una tradizione militare ma che con la nostra storia hanno meno attinenza», ha detto.

 «Sicuramente questi gradi sono, dopo la fissazione della festa polizia alla data del 10 aprile, un ulteriore passo dopo 37 anni di stasi del processo di civilizzazione della funzione di Polizia anche nella sua rappresentazione visiva – concorda Felice Romano, segretario generale del Siulp -. L’aver tolto anche i gradi militari dall’uniforme della Polizia di Stato è un voler riaffermare la vocazione civile, atteso quello che è successo al Corpo Forestale, militarizzato con una legge ordinaria. É un volersi contrapporre al rischio della militarizzazione strisciante alla quale stavamo assistendo da alcuni anni a questa parte della funzione di Polizia».

 «Il principio può essere anche condivisibile – spiega Stefano Spagnoli, segretario nazionale Consap – ma in un momento in cui le forze dell’ordine in generale e la Polizia di Stato in particolare, stanno soffrendo economicamente e non solo, con un contratto ridicolo e un riordino che è stato un fallimento, è forse inopportuno. Sì e no ci daranno 35, 40 euro al massimo. A tutt’oggi, tra l’altro, gli agenti non hanno la stessa divisa. E allora le nuove qualifiche come dovranno essere indossate, sull’uniforme vecchia o quella nuova? Da anni i poliziotti comprano a proprie spese le qualifiche da apporre sulla divisa perché il Ministero non le aveva. Come sindacato abbiamo partecipato a questa rivisitazione delle qualifiche in un momento in cui sembrava essere scontato ricevere la miseria che ci hanno elemosinato nel contratto. Oltretutto, se non avessimo firmato, saremmo stati esclusi da ogni contrattazione a livello locale e provinciale e da tutte le commissioni ministeriali. Non solo – aggiunge Spagnoli -, una circolare ha previsto anche una sorta di rivisitazione del nostro stemma araldico». Ferma restando la descrizione e inalterata la cromia, cambiano, infatti, i tratti caratteristici: la corona turrita, lo scudo con il libro chiuso d’argento, e due faci d’argento infiammate di rosso e il leone d’oro, il motto  «Sub lege libertas» su lista bifida e svolazzante d’oro.

«Mamma Amministrazione prima di prendere latte e biscotti ci ha preso pizzi e merletti – commenta il segretario generale aggiunto, l’onorevole Ganni Tonelli. Gli straordinari eccedenti il budget previsto non vengono pagati da gennaio 2017. I caschi sono ancora marci, ho scritto e mandato foto al capo della polizia pochi mesi fa per ricordarglielo, i gap inidanei, gli M12 degli anni Settanta senza adeguata manutenzione e nessuno spara a bersagli in movimento – continua Tonelli -. Questi grulli servono per cercare coi simboli di dare l’impressione che ci sia stato realmente un riordino.  Il 95% della comunità interna non ha partecipato al referendum consultivo sul sito della Polizia, il restante 5% ha espresso al 50% un dissenso verso i nuovi gradi e soltanto l’altra metà – un 2% e poco più – ha tutto sommato non dissentito versoi nuovi distintivi di qualifica.

Il problema è che questo costerà 5 milioni di euro e che per fare il riordino che tutti vorrebbero, sì spenderebbe decisamente meno. Buttiamo soldi per fare fregi schifosi e farlocchi, L’unico obiettivo raggiunto è stato tagliere una opportunità di carriera ai meritevoli. Hanno declassato tutti, facendo finta di regalare gradi, ma sono mere denominazioni».

 

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