Carabinieri

Addio a Renzo Dazzi, carabiniere del 44° Corso A.S. Il ricordo commosso dei colleghi.

Ha lasciato i suoi affetti e la sua comunità a soli 56 anni Renzo Dazzi, un uomo, un padre, un marito, ma anche un carabiniere con la C maiuscola, legatissimo ai suoi colleghi del 44° Corso A.S. Carabinieri (1991–1993) di Velletri e Vicenza.

Un cameratismo che non si è mai spento

Chi lo ha conosciuto nelle caserme e nei ranghi, lo ricorda con emozione. Le parole degli amici del corso raccontano una storia di amicizia vera, fiera, incrollabile:

“Da poco era andato in congedo, ma il rapporto con noi era vivo, quotidiano. Non è mai stato solo un collega: era uno di famiglia.”

Una fratellanza nata nelle marce, nel fango, nelle sveglie all’alba, ma soprattutto nella volontà comune di onorare una divisa. Renzo, ci dicono, era di quelli che non si dimenticano.

“Le nostre giornate insieme a Velletri hanno cementato un’amicizia che non conosce tempo. Il nostro spirito di corpo non si è mai sciolto, neppure per un giorno.”

Il ritratto di un uomo autentico

Nato in Romagna, ma profondamente legato a Parma, Renzo Dazzi era l’anima delle risate e della solidarietà, con quella sua tipica parlata “parmigiana” capace di smontare tensioni e unire le persone.

“Era un tipo tosto, ma con un cuore grande. Simpaticone, coinvolgente. Duro fuori, ma puro dentro. Di un’umanità che si incontrava raramente, nella vita come nel servizio.”

Renzo incarnava lo spirito dell’Arma: generoso, leale, disposto ad aiutare senza mai chiedere nulla in cambio. Chi lo ha servito accanto lo descrive come un esempio. Non solo come carabiniere, ma come uomo.

“Ci ha lasciati attoniti. Era un punto fermo. Era uno che c’era sempre, ovunque.”

I funerali

I funerali si terranno oggi 7 giugno 2025 alle ore 9:00, con partenza dall’Ospedale Maggiore di Parma verso la chiesa delle SS. Stimmate di N.S.G.C. in via Sbravati, per poi proseguire al cimitero di Ugozzolo.

A darne l’annuncio con dolore la moglie Roberta, il figlio Alessandro, la mamma Luisa, la sorella Daniela e tutti i parenti. Al lutto si uniscono Alessandra, Valentino ed Enea, amici di una vita.

Oltre il congedo: Renzo non ha mai smesso di appartenere

Anche dopo il congedo, Renzo Dazzi non si è mai staccato da quel mondo: lo viveva nei caffè con gli ex colleghi, negli abbracci alle commemorazioni, negli scherzi che ricordavano i giorni in camerata. Per i suoi fratelli d’armi del 4° Plotone, 4ª Compagnia, comandata allora dal Capitano Vincenzo Gattagrisi, la sua morte è una ferita che tocca l’identità di un’intera generazione di servitori dello Stato.

“Renzo era e resterà parte viva del nostro Corso. Oggi piangiamo un fratello, domani lo onoreremo come merita.”

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