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Vittorio, dietro la “nuova rotta” della Polizia qualcosa non torna

Vittorio, quando sei stato nominato a guidare la Polizia di Stato, la tua lunga esperienza e la tua fama di uomo equilibrato e sensibile alle tematiche del personale avevano destato grandi aspettative di cambiamento. Sono passati alcuni mesi e, sebbene la tua opera sia solo agli inizi, oggi ci troviamo a dover affrontare con Te alcune questioni che potrebbero minare il rapporto di fiducia tra vertici e agenti, e rischiano di compromettere quella “rivoluzione gentile” che in tanti avevano accolto con entusiasmo.

Prendiamo la recente operazione antimafia denunciata dai sindacati di Polizia. Dalle notizie apprese, pare che i poliziotti coinvolti siano stati addirittura “rimproverati” per aver chiesto il pagamento degli straordinari accumulati, nonostante turni massacranti oltre 14 ore. Una scelta che sembra anteporre di gran lunga i risultati numerici al rispetto della salute e dei diritti degli agenti. Se fosse vero è evidente che qualcuno nella catena di comando sembra ancora ossessionato dai numeri anziché dalla concretezza del lavoro quotidiano svolto con abnegazione dalle donne e dagli uomini in divisa. È incredibile pensare che chi ha lavorato per giorni ben oltre i limiti di sicurezza sia stato ripreso invece di essere lodato. Sembra proprio che il contenimento dei costi sia diventata l’unica bussola, calpestando ogni altra logica.

Anche la recente direttiva sui rimborsi delle missioni nazionali lascia perplessi. E questa in calce reca la firma del Capo. Sotto il paravento della spending review pare si voglia colpire soprattutto gli agenti impegnati sul territorio, introducendo cavillose restrizioni burocratiche e controlli contabili ossessivi. È davvero accettabile il livello di controllo imposto sulle missioni, con la minaccia di dover restituire gli anticipi in eccesso? La direttiva sui rimborsi spese va esattamente in questa direzione: tirare sempre la cinghia, anche quando non ce n’è evidentemente bisogno. Ma si sa, a forza di stringere stringere, prima o poi anche la cinghia più resistente finisce per spezzarsi.

Da sottolineare, inoltre la tempestività con cui tale direttiva sia stata diffusa, proprio nel bel mezzo dell’inchiesta sulla gestione dell’ordine pubblico a Pisa. Forse sarebbe stato meglio attendere un clima meno teso e turbolento prima di annunciare tagli che inevitabilmente alimentano malumori e dietrologie. Proprio adesso sarebbe servita una parola chiara a difesa dell’Istituto e dei Tuoi uomini. Invece, possibile che arrivino solo misure di contenimento della spesa, dal sapore quasi punitivo?

Così facendo si rischia solo di demotivare il personale e compromettere la qualità del servizio. Non sarebbe meglio riconoscere con dignità l’impegno degli agenti?

Nel Tuo discorso di insediamento avevi promesso impegno e gratificazioni per tutti gli agenti, Vittorio. Non lasciamo che ad essere gratificati siano solo i risparmi di bilancio, mentre il personale sembra essere sottoposto a scrutinio contabile quasi fosse un errore da punire e non un servizio reso allo Stato? Gli agenti meritano di meglio che vedersi rimproverare per troppe ore di lavoro o rischiare di dover restituire i soldi delle missioni.

Caro Vittorio, in questa situazione ingarbugliata serve massima chiarezza. Ma siamo certi che riuscirai riportare il timone della Polizia verso lidi più limpidi?

Se da alcune parti dovessero arrivare pressioni o imposizioni dettate più da logiche politiche o di potere che dalla tutela del personale sarà opportuno anteporre sempre la dignità e i diritti di chi lavora in prima linea. I tuoi uomini non possono essere ostaggio di equilibrismi politici.

È ora che gli agenti tornino ad essere considerati per quello che sono: risorse preziose da sostenere, non spese da contenere. In gioco c’è la credibilità dell’intero Corpo. I tuoi agenti sono certi che saprai dimostrare di essere, ancora una volta, all’altezza di questa sfida.

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