Un pattugliatore per cementare l’amicizia: la controversa donazione del Libra all’Albania
In un gesto che mescola diplomazia e pragmatismo, l’Italia ha ufficialmente donato all’Albania il pattugliatore della Marina Militare “Libra“, la stessa imbarcazione che negli ultimi mesi ha trasportato un numero esiguo di migranti verso gli hotspot albanesi, diventando simbolo del dibattuto progetto migratorio voluto dal governo Meloni.
La cerimonia di consegna si è svolta ieri a Durazzo, dove il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha firmato il protocollo di trasferimento insieme all’omologo albanese Pirro Vengu, sotto lo sguardo soddisfatto del premier Edi Rama. Il dono rappresenta un significativo potenziamento per la marina militare albanese, che dispone attualmente di mezzi limitati e obsoleti.
Un regalo strategico per consolidare i rapporti bilaterali
Il pattugliatore “Libra”, costruito nel 1988 da Fincantieri, è un’unità di 80 metri classificata come “pattugliatore d’altura” con un equipaggio standard di 64 persone. Per decenni ha vigilato nel Canale di Sicilia, proteggendo i pescherecci italiani dalle minacce di sequestro libiche e tunisine. Nonostante non sia un’imbarcazione di ultima generazione, è comunque dotata di un cannone e quattro mitragliere, rappresentando un considerevole miglioramento per la flotta albanese.
L’accordo include anche una partnership industriale tra Fincantieri e la società albanese Kayo di Tirana, mirando a sviluppare l’industria cantieristica navale in Albania. “Una scelta nella giusta direzione in tempi complessi”, ha commentato Crosetto, sottolineando l’importanza della collaborazione tra “Paesi amici”.
Un simbolo di controversie diventa dono diplomatico
L’aspetto più rilevante della donazione è forse la sua portata simbolica. Proprio la “Libra”, con i suoi viaggi spesso a vuoto verso l’Albania, era diventata l’emblema delle criticità del progetto sui centri migranti, considerato da molti inefficace e dispendioso. La cerimonia ha avuto anche momenti di leggerezza, con Crosetto che ha donato a Rama una divisa da basket della nazionale italiana con il numero 402 (identificativo della nave) e la scritta “Rama”, occasione che ha portato il premier albanese a scherzare: “Ora sono ufficialmente fratello d’Italia”.
Reazioni politiche e interrogativi sui costi
L’opposizione italiana non ha tardato a reagire. “Giorgia Meloni ha messo nell’uovo di Pasqua per Edi Rama una nave da guerra!”, ha ironizzato Matteo Mauri del Partito Democratico, che ha sollevato interrogativi sul valore economico della donazione, chiedendo che venga “sommato agli 800 milioni che sono già stati spesi” per l’operazione Albania.
Per Tirana, entrata nell’Alleanza Atlantica grazie anche alle pressioni europee e italiane, questo dono rappresenta un passo avanti nel colmare il divario nelle capacità militari concordate con la NATO, in un momento in cui il Mediterraneo e i Balcani affrontano sfide geopolitiche crescenti.

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