Carabinieri

TRENTA IMPRENDITORI CINESI NEL “MIRINO DELLA PATTUGLIA”. BRIGADIERE AI DOMICILIARI E COLLEGA INDAGATO

Piccole somme di denaro con la promessa di chiudere un occhio, o forse tutti e due. Cento, duecento euro in cambio della mancata segnalazione su vere o presunte irregolarità di carattere amministrativo e sanitario. Un quarto militare in servizio alla compagnia dei carabinieri di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di concussione. Altri tre carabinieri sono stati denunciati a piede libero con l’accusa di concussione.  

A condurre le indagini coordinate dalla procura di Treviso i suoi stessi colleghi che gli hanno notificato l’ordine di custodia cautelare firmato dal Gip. Il brigadiere 57enne, originario di Catania, è sospettato di essersi presentato, assieme ai colleghi indagati, in diversi esercizi commerciali e attività gestite da imprenditori cinesi nella zona di competenza del suo comando.

La vicenda è stata resa nota dalla Tribuna di Treviso. I carabinieri trevigiani avrebbero fatto scattare le indagini sui colleghi a seguito di una denuncia interna all’Arma. In base alla ricostruzione, gli imprenditori cinesi sarebbero stati spinti a versare centinaia di euro ai militari in questione che li avrebbero minacciati di sospendere le loro attività lavorative per motivi igienico sanitari o per altre ragioni.

Le consegne di denaro sarebbero chiaramente avvenute in contanti in modo da non lasciare alcuna traccia. Qualcosa però sarebbe trapelato e il comportamento dei militari non è passato inosservato. Gli episodi risalirebbero ai mesi scorsi e a far partire l’indagine sarebbero stati gli stessi colleghi che hanno segnalato i propri sospetti e nelle ultime ore hanno notificato agli indagati i provvedimenti.

Dagli ulteriori accertamenti sono circa una trentina gli imprenditori cinesi taglieggiati dalla “pattuglia” che sotto la minaccia di eventuali sanzioni dovute ad altrettante ipotetiche irregolarità incassava soldi per “regolarizzare la situazione”. Questo quanto accertato ad oggi dai carabinieri del Comando Provinciale di Treviso su colleghi della compagnia di Castelfranco. Nel mirino sempre la stessa pattuglia: quella costituita dal brigadiere Giuseppe Alù, 57 anni, ai domiciliari, e dal collega, indagato. Sotto il pretesto di «irregolarità riscontrate», veniva chiesto di sanare gli errori pagando brevi manu una sanzione

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto