Sindacati Militari

SUM in trincea contro l’A.C. 2139: “Solo briciole per le Forze Armate mentre i vertici festeggiano”

Il Sindacato Unico dei Militari ha espresso forte disappunto per l’approvazione della legge A.C. 2139, evidenziando come siano state ignorate le osservazioni inviate il 1° febbraio alla Camera dei Deputati. Nel comunicato ufficiale, il SUM denuncia che “ancora una volta, il governo e il parlamento disattendono le aspettative del personale delle Forze Armate” sottolineando che “non servono istituzioni che si inginocchiano di fronte ai nostri caduti ma servono scelte più coraggiose, come un nuovo riordino dei ruoli.”

Il provvedimento, che riguarda “Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle forze di polizia, delle forze armate nonché del corpo nazionale dei vigili del fuoco”, rappresenta secondo il sindacato “un’ennesima occasione persa per sanare ataviche criticità delle forze armate”.

Il SUM aveva inizialmente ringraziato i Presidenti della I Commissione Affari Costituzionali, On. Nazario Pagano, e della IV Commissione Difesa, On. Antonino Minardo, per aver richiesto un contributo scritto per l’esame del disegno di legge, già approvato dal Senato l’11 novembre 2024 come Atto Senato n. 1053. Tuttavia, il sindacato evidenzia che su 18 articoli complessivi, solo 2 sono dedicati a Esercito, Marina e Aeronautica.

Misure confermate e criticità

Il provvedimento conferma diverse misure, tra cui “l’anticipo delle promozioni dello SPAD dei Tenenti Colonnelli al 1° luglio di ogni anno“, definito dal sindacato come “provvedimento poco funzionale” che “non risponde ad alcuna esigenza funzionale ma costituisce esclusivamente un cospicuo premio economico”.

Altre disposizioni includono “un nuovo concorso per marescialli infermieri a nomina diretta”, l’inserimento degli ufficiali nelle aliquote di valutazione per l’avanzamento con riduzione dei periodi minimi di comando, l’anticipazione della formazione dell’aliquota di avanzamento degli Ufficiali e un vincolo di ferma per il personale impiegato in ambito internazionale o presso enti esterni al Ministero della Difesa.

Le proposte ignorate e le penalizzazioni attuali

Vengono così confermati i classici provvedimenti che soddisfano pochi eletti, senza incidere sugli atavici problemi del personale delle categorie economicamente più deboli, denuncia il SUM nel comunicato. Il sindacato aveva chiesto di essere ascoltato per spiegare le proprie proposte mirate a “sanare gli endemici ritardi che si hanno nelle valutazioni ai fini dell’avanzamento al grado superiore dei Graduati e dei Sottufficiali“.

Il SUM sottolinea che, “nonostante gli sforzi fatti dalle Commissioni di Avanzamento dedicate, ancora oggi i nostri colleghi devono aspettare anni per poter indossare l’agognato grado, con penalizzazioni in termini economici e di impiego con mortificazione delle legittime aspettative dei singoli e delle loro famiglie.”

Il sindacato evidenzia inoltre come l’iniziativa dell’istituzione di una Giornata in Ricordo delle Vittime del Dovere dovrebbe essere accompagnata dall’esame delle proposte di legge presentate nella precedente legislatura per “sanare le sperequazioni realizzate nel riconoscimento dello status di vittima del dovere”, citando l’iniziativa dell’ex senatore Del Monaco (A.C. 2224).

La controversia sui Circoli della Marina Militare

Un’altra norma criticata riguarda gli Enti-Circoli della Marina Militare, che prevede l’iscrizione di diritto per Ufficiali e Sottufficiali. Il SUM aveva già espresso parere contrario, ritenendo che il provvedimento crei “una sperequazione tra il personale delle varie Forze Armate” e rappresenti “un tentativo di sanare una lunga querelle giurisprudenziale” che aveva visto l’Amministrazione della Difesa soccombente.

Il comunicato precisa che “il Consiglio di Stato aveva chiarito che l’obbligo di pagamento delle quote sociali da parte degli Ufficiali e Sottufficiali della Marina Militare era in evidente contrasto con il Codice dell’Ordinamento Militare.” Inoltre, viene evidenziato che “i colleghi della Marina Militare sono gli unici che, per anni, hanno dovuto pagare obbligatoriamente la quota sociale mensile degli ‘Enti Circoli della Marina'”.

Il sindacato conclude definendo queste misure “anacronistiche” e auspicando un intervento che disciplini anche il pagamento delle quote per il Circolo Ufficiali delle Forze Armate, eliminando l’obbligo e trasformandolo in “Circolo delle Forze Armate aperto a tutti“.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto