Forze di Polizia

Sparatoria a Termini, Sottosegretario Gabrielli: “Tre cose fondamentali: formazione, dotazione di strumenti adeguati, e tutela legale”

Partendo dai fatti avvenuti alla stazione Termini, dove un agente della Polfer ha sparato ferendo a una gamba un uomo che brandiva un coltello, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, intervenendo oggi al Congresso Nazionale Fsp Polizia di Stato, ha detto che, rispetto a questa come ad altre vicende simili: “Ci sono tre aspetti fondamentali: la formazione, la dotazione di strumenti adeguati, e la tutela legale”.

“Ho sempre lavorato molto da capo della Polizia perché i nostri operatori fossero dotati della pistola ad impulsi elettrici – ha aggiunto Gabrielli -, che ho sempre spiegato non essere uno strumento di offesa ma di difesa. Anche perché per un poliziotto, di fronte a una persona che brandisce un coltello e che può nuocere ai colleghi e ai passanti, e avendo come unico strumento la pistola, credo che sia complicato immaginare una modalità diversa di operare. Ho sentito oggi che a breve i taser dovrebbero arrivare e ne sono contento. Se l’operatore è posto nella condizione di avere gli strumenti idonei, risponderà con gli strumenti idonei”. 

“Quella della tutela legale, poi – ha concluso il sottosegretario -, l’ho sempre ritenuta una legittima rivendicazione da parte delle organizzazioni sindacali. Molti non comprendono come l’operatore di polizia molto spesso si trovi a dover decidere in tempi ristrettissimi rispetto a valori importanti come la vita messi in pericolo da un certo evento. Ebbene, un sistema come il nostro, che ha alla base l’obbligatorietà dell’azione penale, di fronte all’evento vede la necessità di procedere giudiziariamente, che è una forma di garanzia e non è contestabile. Il tema, però, è che tutto questo carico non può gravare sulle spalle dell’operatore. Se l’operatore compie un atto delinquenziale non c’è da discutere. Ma la quasi totalità di questi procedimenti finiscono nel mancato riconoscimento di responsabilità a carico degli operatori, e però questi presuppongono di contro aver sostenuto spese legali e lungaggini processuali rispetto alle quali, credo, un paese che ha cura dei propri operatori della sicurezza deve garantire la tutela legale. Non è una richiesta di trattamenti di favore, ma solo di veder riconosciuta quella garanzia, che spesso si declina sotto aspetti economici che trovo ingiusto debbano gravare su chi, in quel momento, ha dovuto prendere una decisione, in maniera tempestiva, esercitando una funzione in nome della collettività e per la tutela della collettività”.    

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