Difesa

SINDACATI MILITARI, ECCO I PUNTI IN UN MALCONTENTO GENERALE.

Una rivisitazione della rappresentanza militare. Lontana dalle idee di partenza e senza alcuna novità. Una sola conferma: il malcontento unanime di tutte le sigle.

La rivoluzione di una sinistra che non é più dalla parte dei più deboli e oggi veste i panni dei gerarchi. Un’occasione persa per rimodernare un comparto che ha bisogno di una politica progressista, più attenta alle esigenze e ai cambiamenti.

Quanto fatto finora è vanificato, cambia solo il nome a uno strumento che già c’era: la cara, amata rappresentanza.

La Polizia di Stato resta l’unico Corpo a godere di privilegi e attenzioni per i diritti degli uomini e delle donne che ogni giorno sono per strada… Esattamente come chi non ha gli stessi riguardi.

”Oggi, in IV Commissione Difesa della Camera, sono stati approvati tutti gli articoli del progetto di legge riguardante le Associazioni professionali di militari a carattere sindacale. Si tratta di un passaggio molto importante per l’approvazione definitiva della misura, che adesso passerà all’esame delle Commissioni competenti della Camera”. Lo dichiara il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi.

“Il provvedimento, fortemente voluto dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è composto da 19 articoli che disciplinano i principi generali, le competenze, lo svolgimento delle attività e le limitazioni delle associazioni militari nell’esercizio delle loro funzioni – sottolinea il sottosegretario – Un ringraziamento, oltre alle forze di maggioranza e alla relatrice del provvedimento, Emanuela Corda, va anche tutte le forze di opposizione per la costruttiva collaborazione e il positivo confronto nel merito delle proposte”.

”L’approvazione degli articoli di questo progetto di legge muove dalla sentenza della Corte Costituzionale 120/2018 che riconosceva ai militari il diritto di costituire associazioni professionali a carattere sindacale, alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge”, ricorda.

“Rispetto al testo approdato in Aula nel maggio 2019 e rinviato nuovamente in Commissione, nella stesura finale dell’odierno progetto di legge sono state apportate e accolte numerose e rilevanti modifiche – osserva Calvisi – Molte delle proposte scaturite dalle audizioni del mondo militare, di autorevoli giuristi e dei rappresentanti dell’associazionismo sindacale hanno trovato accoglimento nel testo finale”.

Ecco i principali punti:
1) I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale non solo per singola Forza armata o Forza di polizia ad ordinamento militare, ma anche a livello interforze.

2) È stata rivista la procedura del preventivo assenso ministeriale per la costituzione delle associazioni. Si introduce solamente un obbligo di comunicazione e deposito dello statuto, per il quale verrà disposta una verifica dei necessari requisiti di legge per la successiva iscrizione all’albo delle associazioni e per lo svolgimento delle attività disciplinate dalla legge”. “Sono state riviste al ribasso le percentuali per la costituzione delle associazioni: esse dovranno raggiungere un numero di iscritti almeno pari al 4 per cento della forza effettiva complessiva della Forza armata o della Forza di polizia ad ordinamento Militare.

3) Le associazioni professionali interforze dovranno avere una rappresentatività in misura non inferiore al 3 per cento della forza effettiva”.

4) I rappresentanti delle associazioni potranno ottenere distacchi e permessi sindacali retribuiti nonché permessi e aspettativa sindacale non retribuiti ai fini dello svolgimento dell’attività sindacale.

5) Rimane esclusa dalla competenza delle associazioni la trattazione di materie afferenti all’ordinamento militare, all’addestramento, alle operazioni, al settore logistico-operativo, al rapporto gerarchico-funzionale, nonché all’impiego del persona

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