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SERVIZIO PUBBLICO, COLONNELLO PAGLIA:”SE IL GOVERNO DECIDERA’ DI INTERVENIRE CONTRO L’ISIS TROVERA’ SEMPRE SOLDATI PRONTI”

Nella
scorsa puntata di Servizio Pubblico, l’argomento era l’intervento militare
contro l’ISIS. Si parte dalla distruzione delle statue da parte dell’Isis (che
ricorda le altre distruzioni di statue dei Talebani in Afghanistan): una furia
iconoclasta che colpisce come le decapitazioni degli egiziani copti.

Tra gli
ospiti in studio l’onorevole M5S Di Battista: “cosa facciamo, gli
buttiamo la bomba atomica? Il terrorismo è come una macchina che va a benzina.
E il benzina la danno i finanziatori, che vengono dall’Arabia e dal Quatar,
dove si decapita per legge e le donne portano il burqa. I tagliatori di gola
sono solo gli ultimi, ma dobbiamo colpire i mandanti. Di Battista indica nelle
cause anche nel conflitto arabo palestinese: l’antisemitismo non c’entra nulla
con le critiche al governo israeliano. Che sta alimentando un clima di odio.
In
studio anche il tenente colonnello Paglia: “da
soldato posso dire che quando siamo intervenuti abbiamo sempre fatto bene (si
riferisce alle missioni internazionali cui ha preso parte, in Bosnia e in
Somalia), pagando un prezzo alto, ma ne valeva la pena. Quello che deciderà il
governo, troverà sempre i soldati pronti. Qualcosa va fatto per salvaguardare
la vita degli altri: troppo facile stare nel proprio paese e pensare che sia un
problema lontano.
Paglia
puntualizza: “I primi pacifisti siamo noi soldati. Ci sono missioni che vanno
bene, come Bosnia e Kosovo, come il Libano, ma altre che non vanno bene: si
pensi alla Somalia, o alla situazione odierna dell’Iraq”. E aggiunge:
“Diplomazia? Deve essere complicato mettersi al tavolo a parlare con l’Isis” 

“Non
posso permettere a Travaglio di far pensare che il soldato italiano parta per
fare la guerra. Il soldato parte per portare la pace. Io ci ho rimesso le
gambe”. Sono le parole di Paglia, a cui Travaglio ribatte: “”Si chiamano
guerre, anche se noi le chiamiamo missioni di pace”.

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