Editoriale

RIORDINO, UN ESERCITO DI DEGRADATI E DEMANSIONATI

Ieri abbiamo pubblicato in anteprima un compendio della bozza che lo Stato Maggiore della Difesa ha presentato al Co.Ce.R. interforze.

Un provvedimento che ha suscitato molte polemiche sul web, infiammando gli animi di militari e sottufficiali dei vari ruoli. In effetti dopo oltre 8 mesi lavoro ci si aspettava qualcosa di più di un “semplice” prospetto che funge da magro premio di consolazione.

A ben vedere prima di parlare di bozze dobbiamo capire cosa intendiamo per riordino e, soprattutto, chi ne dovrebbe giovare, se il buono andamento dell’amministrazione o il singolo ruolo o,  nella migliore delle bozze, entrambe le ipotesi. Si perché il “pasticcio” di 20 anni fa non può essere propinato oggi come una minestra riscaldata che differisca i problemi e le “imbottigliature” dei vari ruoli.

Un riordino per essere tale deve partire da premesse diverse da quelle di venti anni fa perché il mondo militare è cambiato non solo nelle strutture, ma anche nel personale sempre più colto e preparato. E’ cambiata anche la prospettiva pensionistica, non solo nel quanto i militari percepiranno di pensione (problematica mai risolta!) ma anche nel quando visto che, soprattutto negli ultimi anni, i vari governi che si sono succeduti hanno allungato l’età pensionabile. A danneggiare ulteriormente un Comparto che della giovane età dei componenti aveva il proprio valore aggiunto, è stata la massacrante misura del dimezzamento del turn over che ha, di fatto, invecchiato in pochissimo tempo la Difesa e la Sicurezza del nostro Paese.

Quindi tirando le somme si dovrebbe riordinare un comparto per la maggior parte di laureati e diplomati, invecchiato e con una pensione da fame sempre più distante. Insomma un punto di partenza nettamente più complicato rispetto a quello di venti anni fa.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di salvaguardare la struttura piramidale di un comparto verticistico, che vada a sostituire l’attuale “mostro” che ha un esercito di spalline fluorescenti e pochi militari. Garantendo una solida base di “giovani” e la possibilità, tramite l’aspettativa per riduzione quadri, tanto decantata ma accantonata dalla Difesa, di plasmare una figura geometrica ormai fuori controllo.

Diciamo le cose come stanno, senza assunzioni e regalando un grado a tutti quali benefici portano a casa i militari arruolati oggi? Quale vantaggio, se non una svilente umiliazione, avranno i sottufficiali di oggi nel vedere tutti comandanti e pochi da comandare?

Aguzzata la piramide, allargata la base e svecchiato il comparto con una “finestra” che garantisca uno scivolo per i più vecchi (di servizio si intenda) il riordino sarebbe già ad un ottimo punto. Si tratterebbe soltanto di tirar fuori dall’imbuto i gradi apicali dei ruoli. E il gioco sarebbe fatto. Ma per fare tutto ciò occorre che il governo affronti il problema e non lo differisca all’esecutivo di domani. Insomma metta le mani nelle tasche e risolva una volta per tutti il “disordine” del comparto.

 

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