Difesa

RINNOVO CONTRATTO FORZE ARMATE: ECCO LE LINEE GUIDA DELLA DIFESA

Allo scopo di fornire delle linee guida per la lettura del provvedimento di concertazione recentemente approvato, lo Stato Maggiore ha elaborato una scheda illustrativa dei principali interventi adottati. In data 26 gennaio u.s., presso il Dipartimento della funzione pubblica è stato sottoscritto lo schema di provvedimento relativo al rinnovo contrattuale per il triennio 2016-2018 riferito al personale contrattualizzato delle Forze Armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare oltre all’ipotesi di accordo per le Forze di polizia.

LE RISORSE A DISPOSIZIONE

(quanto avevamo a disposizione?) Il provvedimento prevede misure di carattere economico ed interventi di natura normativa. La legge di bilancio per il 2018 ha reso disponibili ulteriori risorse al fine di assicurare un incremento medio mensile lordo pro-capite di 85€, con riferimento all’accordo stipulato dall’ARAN (Agenzia per l’area negoziale per le Pubbliche amministrazioni), nel novembre 2016, per il pubblico impiego. Le risorse complessivamente disponibili per il Comparto sono state le seguenti: 320,08 milioni di euro (lordo Stato) per le Forze Armate (23,68 milioni per il 2016, 70,10 milioni per il 2017 e 226,3 milioni per il 2018); » 782,64 milioni di euro (lordo Stato) per le Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile (56 milioni di euro per il 2016, 173,68 milioni di curo per il 2017 e 552,96 milioni di euro per il 2018).

LE MISURE ECONOMICHE

(ci sono arretrati per il 2016 e 2017?) Con riferimento agli anni 2016 e 2017 le risorse disponibili hanno consentito di:

Adeguare il valore del punto parametrale, rispettivamente ad curo 174,62 e 175,71 annui lordi, tenuto conto, per il solo 2017, della scala parametrale modificata dal provvedimento di riordino dei ruoli (D.Lgs. 29 maggio 2017, n. 94), e riconoscere un incremento stipendiale, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale già percepita, nelle seguenti misure annuali lordo dipendente:

– per l’anno 2016, da un minimo di 68,51 euro ad un massimo di 101,53 euro cui si aggiunge un elemento retributivo a titolo di assegno una tantum pensionabile pari a curo 47,94 (per un totale che va da un minimo di 116,45 euro ad un massimo di 149,47 curo);

– per l’anno 2017, da un minimo di 192,1 l euro ad un massimo di 282,72 curo, a cui si aggiunge un elemento retributivo a titolo di assegno una tantum pensionabile pari ad euro 166,04 (per un totale che va da un minimo di 358,15 curo ad un massimo di 448,76 curo).

(quali s0no gli aumenti dal 2018?)

  1. per l’anno 2018, le risorse disponibili sono state destinate: a. circa il 90% ad accrescere il trattamento economico fisso attraverso l’adeguamento del valore del punto parametrale (a 178,05 curo annui lordi) e l’incremento del importo aggiuntivo pensionabile. Nello specifico, gli incrementi parametrali mensili lordi si attestano da un minimo di 46,92 curo ad un massimo di 67,10 curo. Le nuove misure relative all’importo aggiuntivo pensionabile invece determinano un aumento mensile lordo minimo di 41,01 euro fino ad un massimo di 45,91 euro. Conseguentemente, il beneficio mensile lordo pro capite sarà compreso tra un minimo di euro 87,93 ad un massimo di 113,01. I predetti stanziamenti sono stati destinati all’incremento del trattamento economico fondamentale e conseguono vantaggi sotto il profilo pensionistico e previdenziale.
  2. circa il 10% per l’adeguamento di istituti retributivi di natura accessoria quali:

– la rivalutazione del compenso per il lavoro straordinario la cui misura oraria non era più “allineata” al costo medio orario di lavoro ordinario e la conseguente rivalutazione delle misure del compenso forfettario di impiego e di guardia, legate all’importo dell’ora di straordinario;

– l’istituzione dell’indennità di impiego operativo di base per i Sergenti Maggiori capo con più di 29 anni di servizio; la previsione di un incremento dell’assegno funzionale per i Volontari in servizio permanente con più di 17 anni di servizio per un valore di 10 euro annui lordi, quale primo passo per una futura rivalutazione;

– il riconoscimento del “trattamento tavola” per i graduati a bordo delle navi.

L’impiego di parte delle risorse residue per la rivalutazione del compenso per lavoro straordinario deriva dalla necessità di riallineare i valori orari di quest’ultimo a quelli del lavoro ordinario, infatti l’art. 4, comma 4, d.p.r. n. 163/2002 ha sterilizzato la rivalutazione automatica dello straordinario, creando un divario da colmare nell’interesse del personale. Il finanziamento con fondi della concertazione ha permesso di anticipare la rivalutazione piena di due armi, posto che se si fosse fatto riferimento al fondi messi a disposizione dal comma 680 dell’art I della legge di bialcio 2018 tali effetti si sarebbero avuti soltanto nel 2020.

 

(ci sono ulteriori risorse residue?) Le risorse residuali, pari a circa 6,69 milioni di euro, dovranno prioritariamente essere impiegate per la c.d. “coda contrattuale” entro il 31 dicembre 2018. Tra i vari argomenti elencati nella coda contrattuale, quelli di maggior interesse per la Difesa, tenuto conto anche delle richieste delle Rappresentanze del personale, riguardano la previsione di misure economiche per incentivare l’arruolamento delle Forze Speciali/sensor operator/ ecc.. Qualora entro la data fissata non si addivenga ad un accordo le risorse saranno destinate all’incremento del FESI delle rispettive Amministrazioni.

 

INTERVENTI NORMATIVI

(oltre alla misure economiche, il provvedimento ha previsto interventi normativi?) Nello schema di provvedimento sottoscritto, oltre alle misure economiche indicate, al fine di accogliere alcune delle proposte avanzate dalle Rappresentanze del personale, sono stati innovati i seguenti istituti di natura meramente normativa, che non comportano oneri a carico dell’amministrazione,:

  • Introduzione permessi brevi per espletamento visite, terapie, prestazioni specialistiche (fino al limite di 54 ore annuali da recuperare, mentre prima erano 36);
  • Estensione fruizione congedo parentale nell’arco dei primi sei anni di vita del bambino (prima erano entro i primi tre anni), fermo restando il limite dei 45 giorni;
  • Estensione del periodo di fruizione della licenza ordinaria non fruita nei successivi 18 mesi (prima erano 12);
  • Posticipo fruizione permessi per il personale inviato in missione all’estero all’anno successivo a quello di rientro in sede;
  • Previsione del rimborso biglietto ferroviario superiore alla 10 classe (es.: classi executive e business), in assenza di maggiori oneri per l’Amministrazione;
  • Estensione istituto della tutela legale a tutti i fatti inerenti al servizio e incremento della misura dell’anticipo delle spese legali a 5.000 euro;
  • Istituzione trattamento tavola per il personale graduato a bordo della navi;
  • Introduzione dell’obbligo di acquisizione di un parere della rappresentanze militari per la definizione dei criteri di distribuzione del FESI.

I PROSSIMI IMPEGNI

 

(come possiamo affrontare le questioni non risolte?) Le questioni che sono state poste sul “tavolo” della concertazione e che non sono state risolte con questo provvedimento sono state inserite:

  1. in un addendum, una appendice a latere del provvedimento nel quale sono state elencate, a titolo esemplificativo, alcune materie oggetto della “coda contrattuale”, che sarà attivata in tempi rapidi;
  2. negli impegni del Governo, tra i quali, di particolare rilevanza, è l’impegno di approvare, contestualmente al d.P.R. di recepimento dello schema di concertazione, il D.P.C.M. per la ripartizione delle risorse sulla specificità, di cui all’articolo 1, comma 680, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, legge di bilancio per il 2018 (50 milioni per il 2018, 100 per il 2019 e 150 a decorrere dal 2020) che dovrebbe assicurare al personale delle Forze Armate ulteriori risorse per 29,2 milioni di euro e regime dal 2020.

Da una preliminare ripartizione, effettuata a cura del Ministero dell’economia e delle finanze, basata sulla forza effettiva del 2015 e delle retribuzioni medie del personale di tutto il Comparto, risultano ulteriori incrementi economici mensili medi lordi stimati per il personale contrattualizzato delle Forze Armate pari 5,70 euro per il 2018, 11,39 euro per il 2019 e 17,09 euro per il 2020. La formulazione della norma non rende pienamente disponibili queste risorse, ma le vincola all’utilizzo nell’ambito del FESI.

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