Quattro pompieri morti per lo stesso tumore raro: schiume e tute ignifughe sotto accusa
Un’inquietante serie di decessi per glioblastoma di quarto grado ha sollevato preoccupazioni nella caserma dei Vigili del Fuoco di Arezzo, spingendo la Direzione centrale per la Salute del Corpo nazionale ad avviare un’indagine interna. Quattro pompieri, tutti in servizio presso la stessa sede, sono morti a causa dello stesso tumore cerebrale raro, una coincidenza statistica che ha destato sospetti tra i familiari delle vittime e le autorità.
Un’anomalia statistica preoccupante
Il glioblastoma di quarto grado è una forma di tumore cerebrale particolarmente aggressiva con un’incidenza nella popolazione generale di circa 4 casi ogni 100.000 abitanti, secondo i dati epidemiologici. Nella caserma aretina, che conta un organico di circa 200 persone, si sono verificati ben quattro casi, una concentrazione decisamente superiore alla media attesa. Tre delle vittime erano residenti ad Arezzo, mentre la quarta proveniva dall’Umbria ma aveva prestato servizio nella stessa sede toscana.
Le sostanze sospette e l’indagine in corso
Al centro dell’indagine ci sono le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), composti chimici presenti nelle tute ignifughe e nelle schiume antincendio utilizzate regolarmente dai pompieri durante le operazioni di spegnimento. Questi prodotti, essenziali per la protezione dal fuoco, potrebbero paradossalmente rappresentare un rischio per la salute di chi li utilizza quotidianamente in servizio.
Non solo Arezzo: il fenomeno in Emilia-Romagna
Il fenomeno non sembra essere isolato alla Toscana meridionale. Casi simili sono stati segnalati anche in diverse zone dell’Emilia-Romagna, suggerendo che potrebbe trattarsi di un problema più ampio e sistemico. Per fare chiarezza sulla possibile correlazione, diverse università toscane ed emiliane hanno avviato studi approfonditi sugli effetti delle sostanze Pfas sulla salute umana, con particolare attenzione ai lavoratori esposti per ragioni professionali.
Eroi in servizio, dimenticati nella malattia
Mentre quattro famiglie piangono i loro cari, ci si chiede dove sia l’attenzione istituzionale che questa tragedia merita. Un’indagine interna potrebbe non essere sufficiente quando si parla di vite sacrificate nell’adempimento del dovere. Il Sottosegretario Prisco, con il suo passato nei Vigili del Fuoco, ha l’opportunità di portare questa emergenza sanitaria sui tavoli del Consiglio dei Ministri.
Mentre attendiamo i risultati degli studi scientifici, quanti altri vigili del fuoco rischiano inconsapevolmente la propria salute? La cautela scientifica è doverosa, ma la tutela della salute è un diritto costituzionale che non può essere subordinato ai tempi della burocrazia o alle esigenze di bilancio.
I vigili del fuoco vengono celebrati come eroi quando salvano vite, ma sembrano diventare invisibili quando sono loro a chiedere protezione. Dietro ogni statistica ci sono famiglie distrutte, figli rimasti senza padri, vite spezzate prematuramente. Le famiglie delle vittime non chiedono solo chiarezza sulle cause, ma giustizia e prevenzione affinché altre famiglie non debbano affrontare lo stesso calvario. La loro battaglia merita di essere portata ai più alti livelli istituzionali, non confinata esclusivamente in un’indagine interna.
Il tempo delle medaglie al valore e delle celebrazioni retoriche deve lasciare spazio a quello della concreta protezione di chi, ogni giorno, rischia la propria vita per salvare quella degli altri.
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