Polizia

Poliziotto sospeso dal servizio con l’accusa di aver picchiato un pusher Senegalese a Torino

Avrebbe colpito al volto un pusher fermato durante un controllo in città. E lo avrebbe fatto sotto gli occhi elettronici di una telecamera di sicurezza di una banca. Il Tribunale di Torino ha emesso una misura cautelare interdittiva, con sospensione dal servizio di sei mesi, nei confronti di un poliziotto della squadra mobile di Torino. L’agente, difeso dall’avvocato Saverio Ventura, dovrà rispondere di abuso d’ufficio e abuso di autorità nei confronti di una persona sottoposta ad arresto.

L’episodio risale all’11 marzo di quest’anno, poco dopo l’ora di pranzo. L’agente, insieme ad altri due colleghi, ferma in corso Racconigi (all’angolo con corso Francia) un uomo di origini senegalesi sospettato di spacciare. Il presunto pusher viene bloccato ed è in quel momento che l’agente gli avrebbe sferrato i primi due pugni al volto. Il senegalese sarebbe stato poi trascinato in un cortile interno a pochi passi da un istituto bancario. I colleghi di lavoro dell’agente sotto accusa pensano a una semplice perquisizione, ma una volta lontano dalla strada il poliziotto avrebbe sferrato altri tre pugni al volto dello straniero. Con i colleghi, sconcertati, che lo invitano alla calma. Il senegalese non avrebbe reagito, accettando impassibile il proprio destino.

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Ma la scena non passa inosservata. Un ragazzo che prova a intervenire sarebbe stato allontanato dai poliziotti. E così il giovane avrebbe raggiunto una caserma dei carabinieri e raccontato quanto visto. Nel frattempo, il senegalese finisce in manette, ma non racconta nulla delle botte. Tace sia di fronte ai medici dell’ospedale, che non si accorgono delle ferite al volto perché coperte dalla mascherina, sia di fronte al giudice.

La denuncia del ragazzo arriva invece sulla scrivania del sostituto procuratore Francesco Pelosi, che apre un’inchiesta. Ed è durante le indagini che i carabinieri scovano il video che tradisce il poliziotto. Nel filmato si vede il senegalese mentre viene colpito. Ma le immagini mostrano anche l’impassibilità del pusher e lo sconcerto dei colleghi del poliziotto della squadra mobile che placano l’aggressore e allontanano il pusher.

Convocato in Procura il senegalese (assistito dall’avvocato Tommaso Bizzocchi) si sarebbe limitato a confermare quanto registrato dalla telecamera di sicurezza e a chiarire di non aver mai incontrato in precedenza l’agente. «Io non ho reagito — ha spiegato l’uomo —, perché altrimenti loro avrebbero scritto sul verbale che ero stato io a picchiarli. In Italia funziona così». E ancora: «Non voglio sporgere denuncia perché voglio stare tranquillo, ho una moglie e un figlio e non voglio problemi».

Oggi, 3 maggio, è stata quindi emessa la misura interdittiva per il poliziotto, che per sei mesi resterà sospeso dal servizio in attesa di chiarire la sua posizione. L’agente ha ammesso: «Mi spiace. Ho commesso un errore, non succederà più». «Il mio assistito ha alle spalle una carriera trentennale — sottolinea l’avvocato Ventura —, non ha mai ricevuto neanche un richiamo orale. Ha ammesso subito il suo errore».

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