Polizia

Poliziotto punta pistola alla testa di due persone per 200 euro: “Mi hai rubato i soldi, ti sparo”

Il 18 giugno scorso, presso la stazione Tiburtina di Roma, si è verificato un episodio che ha lasciato decine di passanti terrorizzati. Un poliziotto fuori servizio, in abiti civili, ha accusato una coppia di cittadini albanesi, padre e figlio operai, di aver rubato denaro.

Secondo quanto riportato, il poliziotto avrebbe minacciato i due uomini, costringendoli a inginocchiarsi e puntando una pistola alla nuca del padre. L’agente avrebbe proferito minacce e richiesto denaro, sostenendo di essere vittima di furto.

Tuttavia, secondo l’edizione romana de La Repubblica. Sembrerebbe che i 200 euro fossero invece il pagamento per le ore di lavoro svolte dai due operai in un maneggio di proprietà di uno dei figli del poliziotto, un assistente capo di 49 anni.

La storia inizia qualche giorno prima dell’aggressione, quando padre e figlio albanesi hanno iniziato a lavorare al maneggio situato nella periferia est della capitale. Dopo aver lavorato per cinque giorni, i due operai hanno deciso di lasciare il lavoro a causa di insoddisfazioni riguardo all’alloggio fornito. Tuttavia, prima di partire, hanno richiesto il pagamento per le ore lavorate, ottenendo così i 200 euro.

Una volta chiuso il rapporto lavorativo, i due operai hanno intrapreso un viaggio per raggiungere Bari. Nel frattempo, il proprietario del maneggio ha informato il padre poliziotto dell’accaduto, sostenendo che i 200 euro fossero stati rubati. Questo ha portato l’agente e uno dei suoi figli a confrontarsi con la coppia presso la stazione Tiburtina. Durante l’incontro, il poliziotto avrebbe minacciato i due operai, picchiandoli con calci e pugni in testa e puntando la pistola contro di loro.

I due albanesi sono stati accusati di estorsione, lesioni e calunnia nel processo che ne è scaturito. Gli avvocati del poliziotto hanno sostenuto che l’agente e suo figlio erano stati aggrediti e avevano agito in legittima difesa.

Tuttavia, numerosi testimoni e le registrazioni delle videocamere di un locale sembrano smentire questa versione dei fatti. Dopo un’inchiesta svolta dai colleghi della polizia, il poliziotto quarantanovenne è stato sottoposto all’obbligo di dimora a Roma. La vicenda continua a suscitare dubbi sulla versione dei fatti e solleva interrogativi sul comportamento delle parti coinvolte.

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