Politica

OGGI CONTRATTO MILITARI E POLIZIA: “FIRMA O SEI FUORI. SI SCELGA DA CHE PARTE STARE CON COSCIENZA”

Oggi 25 gennaio l’incontro, il quarto, tra le rappresentanza del Comparto Sicurezza e Difesa ed il Governo. Una riunione, forse decisiva, minata nelle aspettative da un comunicato che abbiamo pubblicato ieri e relativo alla scelta obbligata dei sindacati di firmare l’accordo per evitare di essere esclusi dalla futura trattazione.  In effetti solamente chi sottoscrive il contratto resta nella contrattazione integrativa successiva per l’intero quadriennio. Il sindacato che non sottoscriverà il contratto, non parteciperà alle trattative per il successivo triennio economico ed alle contrattazioni integrative nazionali.

Si tratta certamente di un vulnus normativo, già parzialmente esaminato dalla Corte Costituzionale nel 2013, indice di debolezza, di dismissione di autonomia e di compiacenza verso la parte datoriale antagonista nel momento in cui, di fronte all’alternativa fra non firmare un contratto al ribasso offerto dal datore e perdere le prerogative di agibilità sindacale, il sindacato è costretto ad acconsentire alla sottoscrizione, intuitivamente a detrimento degli interessi dei lavoratori rappresentati.

Un compromesso che vanifica ore ed ore di trattative, video intensi di sindacalisti e delegati e fiumi di parole nei comunicati. Se ab origine si è “scelto” di firmare perché altrimenti si è fuori da ogni trattativa, allora che si firmi senza perdere ulteriore tempo.

L’atteggiamento del Governo ne è prova evidente. Alla prima riunione non aveva le tabelle di aumento. Soltanto alla seconda riunione vi erano le tabelle ma confermavano le cifre della prima riunione. Alla terza riunione le tabelle erano le stesse della seconda riunione. Cui prodest portarla tanto alla lunga?

Si scelga definitivamente da che parte stare, tra chi firma oppure no, tra chi è d’accordo con la proposta dal governo prescindendo le future esclusioni. Scegliere con coscienza e senza costrizioni “dovrebbe essere” più importante che sedere ad un tavolo nei prossimi mesi e sopratutto moralmente più nobile.

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