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NON RIESCE A SUPERARE IL CAMION DEI NETTURBINI E SPARA. CARABINIERE CONDANNATO

(di Andrea Ossino) –  Una manovra spericolata, una parola di troppo, qualche insulto e anche un
colpo di pistola. La vicenda sembrerebbe messa in atto da una banda di
malavitosi, magari nata in una periferia abbandonata dallo stato, l’episodio
invece è accaduto a Roma, vicino al Colosseo.

Come se non bastasse, il
protagonista della vicenda è un carabiniere che ha aperto il fuoco contro i
netturbini dell’Ama. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito ma per
quell’episodio il militare dell’Arma, Vicenzo Caputo, è stato condannato a 8
mesi di reclusione. Il reato era stato commesso all’alba del 7 agosto del 2010.
Erano da poco trascorse le sei del mattino quando un’Audi aveva provato a
superare un camion dell’Ama, un Iveco di piccole dimensioni. Il mezzo guidato
dai netturbini stava svolgendo il servizio di pulizia delle strade, spazzando
via Nicola Salvi, una strada dietro il Colosseo. La macchina non riusciva a
superare il camioncino nonostante l’autista, Vincenzo Caputo, un carabiniere in
borghese, aveva provato varie volte a compiere il sorpasso. I mezzi così erano
giunti all’incrocio con via Cavour e i dipendenti dell’Ama avevano svoltato
lungo la via che porta fino alla stazione Termini. In quel momento però i due
veicoli stavano quasi per urtarsi e quindi si erano fermati improvvisamente.
Una scena come tante in una città dove un traffico caotico crea quotidianamente
situazioni simili. Questa volta però i due autisti, dopo aver bloccato i rispettivi
mezzi, avevano iniziato a discutere. «Che me voi superà?», aveva detto uno dei
due netturbini presenti. Erano quindi scaturiti diversi insulti ma a un certo
punto il carabiniere aveva esploso un colpo con la pistola d’ordinanza, una
beretta. Fortunatamente il proiettile aveva colpito lo sportello destro
dell’Iveco e quindi nessuno era rimasto ferito.

Dopo l’esplosione i tre si erano allontanati. A questo punto le versioni
dei protagonisti non coincidono. Secondo i netturbini, il carabiniere sarebbe
scappato. Il militare afferma invece che sarebbero scappati gli operatori
dell’Ama. Ad ogni modo, poche ore dopo, Vincenzo Caputo si era recato alla
caserma di San Lorenzo in Lucina e aveva denunciato l’accaduto. Successivamente
anche l’autista dell’Ama aveva sporto denuncia. Così i due netturbini, accusati
di oltraggio a pubblico ufficiale e violenza privata, erano stati costretti a
sedersi nel banco degli imputati, in un’aula di piazzale Clodio. Accanto a loro
c’era proprio l’uomo che aveva sparato, il militare, accusato di uso improprio
dell’arma di servizio e minacce. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti,
infatti, il colpo sarebbe partito erroneamente, quindi il carabiniere non era
stato accusato di tentato omicidio. Ieri, al termine del processo, i due
netturbini sono stati assolti. Vincenzo Caputo è invece stato condannato a otto
mesi di reclusione. «Siamo soddisfatti – affermano David Leggi e Emilio Losso,
i legali dei due operatori Ama – in questo caso la verità storica e quella
processuale combaciano perfettamente».

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