Carabinieri

Ministro Crosetto: “Quando vado in giro per il mondo, ricevo i complimenti da tutti per i nostri carabinieri”

«Nei secoli fedele: un carabiniere lo è per sempre. L’associazione nazionale carabinieri è una testimonianza di questa cultura del dovere: è la prova di un patto di fedeltà alle Istituzioni e ai cittadini che non si esaurisce con il servizio attivo, ma che prosegue per tutta la vita. Un patto che gli anni non intaccano». Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, partecipa al XXV raduno nazionale Carabinieri a Ostia, e plaude al ruolo e all’attività dei carabinieri, oggi come ieri. «Il compito dei carabinieri è importante e prezioso in Italia e ce ne dobbiamo rendere conto tutti prosegue Crosetto basta guardare ai successi che riportano, non solo quelli più eclatanti, come l’arresto di Matteo Messina Denaro. È un servizio continuo e costante. Quando vado in giro per il mondo, ricevo i complimenti da tutti per i nostri carabinieri», conclude Crosetto.

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La manifestazione, che si tiene ogni due anni ma che aveva mancato l’appuntamento durante il periodo del Covid, ha richiamato oltre 100mila persone, tra carabinieri in servizio, in congedo e familiari, provenienti da tutta Italia e dall’Estero.La sfilata sul lungomare di Ostia è iniziata con la resa degli onori, in Piazza dei Ravennati, al ministro della Difesa, accompagnato dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi e i vertici delle Forze Armate. «L’importanza del carabiniere ha sottolineato il presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, generale Libero Lo Sardo – nasce dal fatto che finché gli italiani ameranno i carabinieri noi saremo sempre con loro, in qualunque momento. Non si tratta solo di polizia giudiziaria, ma di essere vicini alla gente, in ogni istante».

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Hanno sfilato le sezioni di tutta Italia, dalla Sardegna al Trentino Alto Adige, dalla Lombardia alla Toscana, fino al Lazio. Ma anche tutti i reparti specializzati, dai paracadutisti ai cinofili, dai corazzieri fino ai carabinieri della montagna. E proprio tra quest’ultimi, guidati dal generale Giancarlo Maffei, era presente il capitano Fabrizio Innamorati, del Battaglione Carabinieri Paracadutisti, che insieme ad altri quattro militari dell’Arma, esattamente 50 anni fa (era il febbraio 1973), raggiunse la cima dell’Everest: un’impresa rimasta nella storia.

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