Editoriale

MILITARI: “I REQUISITI PER LA PENSIONE SONO PIU’ VANTAGGIOSI DI CHI SVOLGE LAVORI USURANTI”

Il sottosegretario al welfare Luigi Bobba in una interrogazione alla Camera dei Deputati ha spiegato che la normativa pensionistica esistente per il comparto difesa è già di per sé più vantaggiosa dei requisiti richiesti per i lavori usuranti. Nella risposta, il sottosegretario, fa il punto sulla situazione generale del comparto sicurezza, dagli organici alle divise, all’eta per per poter accedere al trattamento pensionistico, omettendo in quest’ultimo caso, di citare la finestra mobile che allunga di 12 mesi la permanenza in servizo.

Ecco il testo della risposta.

Con riferimento all’atto parlamentare dell’Onorevole Dall’Osso, inerente l’accesso di determinate categorie di operatori di pubblica sicurezza alle agevolazioni previdenziali connesse allo svolgimento di lavori usuranti, passo ad illustrare quanto segue.
Preliminarmente, in ordine all’organico della Polizia di Stato, riferisco i dati forniti dal Ministero dell’interno. Alla data del 1o ottobre 2016 presso le Questure del territorio nazionale risultano in servizio complessivamente 50.944 appartenenti ai ruoli operativi della Polizia di Stato, rispetto ad una previsione organica di 59.593 unità, con undeficit di 8.649, pari a circa il 14 per cento questi si affiancano, comunque, 2.736 appartenenti ai ruoli tecnici che, nell’espletamento dello loro peculiari funzioni, concorrono anch’essi al buon andamento degli Uffici.

La descritta vacanza è l’effetto del noto blocco delle assunzioni determinato dalla spending review e, difatti, la copertura del turn over è stata pari al 20 per cento dei cessati nell’anno precedente per il 2012, al 50 per cento per il 2013, al 55 per cento per il 2014, al 50 per cento per il 2015 e soltanto dal 2016 e seguenti al 100 per cento dei cessati nell’anno precedente.
Nello scorso anno, sono state autorizzate 2.190 assunzioni, pari al numero dei cessati nel 2015, e di queste è stata disposta l’assegnazione di 912 unità ad incremento della forza organica del comparto Questure, compatibilmente con le altre esigenze dei Reparti ed Uffici della Polizia di stato distribuiti sul territorio nazionale.
Oltre al superamento del blocco delle assunzioni, le più recenti leggi finanziarie (anni 2016 e 2017) hanno, inoltre, previsto misure economiche in materia di rinnovo contrattuale e di ammodernamento delle dotazioni strumentali e delle attrezzature, in uso alle Forze di polizia.

In particolare, voglio ricordare che la legge di bilancio per il 2017 ha previsto l’istituzione di un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze con una dotazione di 1.480 milioni di euro per l’anno 2017 e di 1.930 milioni per l’anno 2018 per determinate finalità, tra cui:
il rinnovo della contrattazione collettiva relativa al triennio 2016-2018 e quindi per i miglioramenti economici del personale dipendente dalle amministrazioni statali in regime di diritto pubblico;
la definizione, del finanziamento da destinare ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nell’ambito delle amministrazioni dello Stato.

Per quanto concerne la lamentata carenza delle divise, il Ministero dell’interno ha intrapreso un programma di sostituzione dell’attuale uniforme ordinaria con una molto più funzionale alle esigenze di servizio e definita «divisa operativa» che consente di eseguire movimenti più agevoli agli operatori che la indossano.
Relativamente al settore motorizzazione, nel corso degli ultimi anni, si è proceduto a un sostanziale rinnovamento del parco veicolare, con l’acquisto complessivo solo nel 2015 di quasi 900 autovetture. Attualmente è in corso la contrattualizzazione per l’acquisto di oltre 800 autovetture.
Inoltre, per quanto riguarda il pagamento per le prestazioni di lavoro straordinario rese dal personale della Polizia di Stato entro i limiti mensili assegnati, il Ministero dell’interno ha comunicato che gli stessi vengono sempre interamente liquidati.
Ciò premesso, voglio precisare che sebbene le attività svolte dagli operatori di pubblica sicurezza non rientrino nell’elenco dei lavori usuranti di cui all’articolo 2 del decreto 19 maggio 1999 del Ministro del lavoro, così come aggiornato dal decreto legislativo n. 67 del 2011, per i lavoratori appartenenti alle categorie delle Forze armate e della Polizia di Stato e penitenziaria è già previsto un regime previdenziale di accesso anticipato alla pensione.
L’attuale sistema previdenziale per gli appartenenti alla Polizia di Stato prevede, infatti, dei benefìci generalizzati (un anno di maggiorazione ogni cinque di servizio prestato per un massimo di cinque anni a partire dal 1o gennaio 1998), a prescindere dalla specifica mansione svolta.
Pertanto, la problematica dell’ascesso degli operatori di pubblica sicurezza alle agevolazioni previdenziali, connesse allo svolgimento di lavori usuranti non trova ragione di essere.
Da ultimo, ricordo che il decreto «Salva Italia» (decreto-legge n. 201 del 2011) per i lavori usuranti prevede la possibilità di andare in pensione, dal 1o gennaio 2016, con un’anzianità contributiva di 35 anni ed un’età minima pari a 61 anni e 7 mesi, mentre per gli appartenenti alla Polizia di Stato, in virtù del principio della specificità del settore, il diritto alla pensione di anzianità si consegue in modo più favorevole, versando in una delle seguenti condizioni:
a) 57 anni e 7 mesi di età con un’anzianità contributiva di 35 anni (articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 aprile 1997);
b) 40 anni e 7 mesi di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica (articolo 6, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 30 aprile 1997).

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