Marina militare

L’AMMIRAGLIO DE GIORGI AUSPICA LO SCIOGLIMENTO DELLE CAPITANERIE DI PORTO. ECCO LE INTERCETTAZIONI

Il lobbista Nicola Colicchi, caro al Capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, si dà un gran daffare, sia per la Legge Navale, che per una leggina auspicata dall’ammiraglio: lo scioglimento delle Capitanerie di Porto. Il 13 gennaio 2015, l’ammiraglio informa il lobbista che stanno per nominare capo di Gabinetto alla Difesa l’ammiraglio Girardelli. E’ quanto riporta la Stampa.it.

De Giorgi: «L’ho messo sul piatto d’argento… diventa Capo di stato maggiore della Marina dopo di me… non ci piove». «Colicchi risponde – si legge nelle carte – che sarà utile per tutto (compreso le Capitanerie), che è comunque una persona sveglia ed è comunque uno dei suoi».

Il tema delle Capitanerie è in cima all’agenda dell’ammiraglio. Due giorni dopo, ancora De Giorgi: «Per quanto riguarda Lupi (all’epoca ministro alle Infrastrutture, ndr) ottime notizie, nel senso che Lupi è sempre più infastidito da Angrisano (comandante delle Capitanerie di porto, ndr)… ecco, quindi, se riusciamo a vederci con lui, qualunque modo, anche di sabato…».

Si arriva al 13 aprile, al ministero ora c’è Graziano Delrio. Colicchi: «Lo Bello deve vedere Delrio… lo va a trovare per il tema dell’autorità portuale di Augusta… L’omino del gabinetto delle Capitanerie di porto ha mandato avanti una cosa, dicendo… (le autorità portuali, ndr) vanno date alle Capitanerie di porto, perché così… c’è una gestione uniforme… Delrio di questa roba qua non sa un cazzo…».

È qui che salta fuori la riforma Madia della Pa. De Giorgi propone delle cene informali: «Rosato era a favore dell’accorpamento delle Capitanerie… quando gli avevo detto “è il caso di parlarne con Delrio?”, lui mi ha suggerito di no. Dice: “Aspettare all’ultimo minuto e poi… perché se no altrimenti salta…”». L’ammiraglio punta tutto sul ddl Madia, «come mi aveva promesso la Boschi, ha detto che si doveva rivedere anche la questione del mare… e io a questo punto starei buono per evitare… Con Delrio io farei un’operazione diversa, quella della cena, dell’incontro conviviale… dove si rompe il ghiaccio». Già, le cene. Colicchi ne organizza una per l’ammiraglio con Raffaele Tiscar, vicesegretario di palazzo Chigi e Carlo Pelanda. In un’altra cena, Colicchi a tavola aveva Ivan Lo Bello, monsignor Guido Paglia e il senatore Roberto Cociancich, Pd. Per la cronaca, a luglio un emendamento del dem Ernesto Carbone, relatore alla legge Madia, prevede la decapitazione delle Capitanerie di porto. Non se ne farà nulla per la contrarietà proprio di Delrio.

OPERAZIONE PINOTTI

Negli stessi giorni, De Giorgi si muove con il clan per far deragliare il Libro Bianco della ministra Roberta Pinotti. Sempre l’ammiraglio, il 14 maggio: «Allora l’audizione ( di Pinotti, ndr ) mi hanno detto che non è andata come ha voluto lei.. è andata lì e non hanno detto: benissimo, procediamo, che bello, eh… è stato detto, anche da Napolitano stesso, è stato detto che si dovranno fare tutti i passaggi parlamentari del caso… Quindi praticamente adesso Latorre ( il sen. Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa, ndr ) mi ha detto che lui la linea che sta portando avanti è proprio quella, cioè di, come dire, depotenziare il documento… in modo tale che sia sempre più chiaro che si tratta di un documento di massima, e che poi si dovrà andare via via sui vari…».

Il Libro Bianco è osteggiato dall’ammiraglio De Giorgi, che vede malissimo l’accentramento di poteri allo Stato maggiore Difesa a scapito delle singole forze armate. Con Colicchi perciò passa in rassegna le forze parlamentari su cui premere per bloccare la riforma. Colicchi: «Libro bianco: con la Uil stiamo interessando amici parlamentari del Pd renziani: l’on. Maria Cecilia Guerra, Finanze tesoro e politiche europee. L’on. Andrea Manciulli presidente della delegazione parlamentare Nato commissione affari esteri e comunitari». De Giorgi: «Anche 5S». Colicchi: «5S posso arrivare anche a Di Battista». De Giorgi: «Parliamone». Ma si attiva l’intero clan. Pastena dice a Gemelli: «Io lo aiuto in Parlamento a Giuseppe (De Giorgi, ndr) tramite Paolo (Quinto, ndr)».

De Giorgi è davvero preoccupato. A Colicchi dice che bisogna porre «rapidamente» un argine all’attivismo del generale Claudio Graziano, Capo di stato maggiore della Difesa, e dice che «avrebbe voluto chiedere aiuto anche a Sant’Egidio, ciò con riferimento all’opportunità di far chiamare la ministra».

OPERAZIONE DELRIO

De Giorgi però non perde di vista il problema di Augusta, dove Gianluca Gemelli ha interessi fin troppo concreti, nell’ambito di un torbido scambio tra Legge Navale e depositi di carburante. Tutto ruota attorno alla presidenza dell’autorità portuale di Augusta, che dipende dal ministero delle Infrastrutture. Dice a Colicchi: «Cominciamo a stringere i rapporti con Delrio, nel senso che senza parlargli di uno specifico evento… siccome mi sembra che l’uomo sia molto diffidente…». Il clan è preoccupato per la mancata conferma del commissario Alberto Cozzo. C’è in pista la nomina di un ufficiale delle Capitanerie, Macauda. Ma va avanti Ivan Lo Bello e la vicenda termina con un successo per il clan, ossia la conferma per altri sei mesi di Cozzo da parte di Delrio. «Avrebbe addirittura dato indicazioni al vice capo di Gabinetto di strappare un decreto già predisposto – lo stesso decreto, probabilmente, cui facevano cenno Cozzo e Gemelli nel corso delle prime conversazioni».

PUBBLICHIAMO IL VIDEO RISPOSTA DI ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S)

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