Difesa

L’allarme di Crosetto: “Gli Houthi sono dieci volte più organizzati militarmente di Hamas. Commercio a rischio”

Il ministro della Difesa Crosetto ha fornito un’analisi approfondita della complessa situazione geopolitica nel Mar Rosso durante la sua audizione alle commissioni Difesa. Ha descritto gli Houthi yemeniti come il gruppo più organizzato e resistente tra quelli sostenuti dall’Iran, nonostante gli attacchi sauditi ed emiratini degli ultimi anni.

Secondo Crosetto, sebbene gli interventi della coalizione anglo-americana abbiano portato a ridurre in parte le azioni degli Houthi, questi continuano a rappresentare una seria minaccia nella regione. Il ministro ha inoltre sottolineato come il Mar Rosso stia assumendo sempre più le sembianze di un teatro di guerra, mettendo a rischio importanti interessi strategici ed economici dell’Italia, data la dipendenza del nostro Paese dai trasporti marittimi.

Crosetto ha quindi evidenziato la necessità di un’azione bilanciata che veda operare in parallelo diplomazia e deterrenza militare, mantenendo aperti i canali di dialogo con tutti gli attori rilevanti al fine di scongiurare un’ulteriore escalation delle tensioni.

“Gli interventi della coalizione angloamericana contro gli Houthi hanno portato al dimezzamento delle loro azioni, ma il gruppo yemenita è il più organizzato dell’entourage iraniano, molto più di Hezbollah. Hanno capacità propria di produzione di armi, hanno resistito per anni agli attacchi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi, valgono dieci volte Hamas“. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione alle commissioni Difesa di Camera e Senato. “Il Mar Rosso non è ancora un teatro di guerra, non nel senso classico, ma ne sta assumendo sempre di più le sembianze – ha aggiunto Crosetto – Per questo, dobbiamo agire contemperando determinazione e cautela, risolutezza e approcci dialoganti. L’azione diplomatica deve andare avanti di pari passo con quella militare, mantenendo canali di dialogo aperti con tutti gli attori che possono esercitare la propria influenza nella regione. Sullo sfondo, resta la guerra a Gaza. Il nostro intervento deve essere orientato a evitare ulteriori escalation, sempre e in ogni caso. Anche senza un aggravamento della situazione, i riflessi delle turbolenze nel Mar Rosso sono già pesanti – ha ricordato – soprattutto per la tutela dei nostri interessi nazionali: se vogliamo evitare gravi conseguenze per il Paese, soprattutto in questa difficile congiuntura economica, dobbiamo fare presto e intervenire subito. La stabilità e sicurezza del Mar Rosso è per noi una condizione fondamentale, dato che affidiamo al trasporto marittimo gran parte della nostra ricchezza e nostra prosperità”.

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