Difesa

ARMI ALL’ARABIA SAUDITA: PER IL MINISTRO PINOTTI “QUELLE BOMBE NON SONO ITALIANE”

Tra i servizi della puntata una nuova inchiesta di Dino Giarrusso sulla provenienza delle armi impiegate dall’Arabia Saudita nella guerra in Yemen.

Partendo dall’analisi di due foto di bombe inesplose scattate in Yemen da alcuni attivisti per i diritti umani, la Iena ritorna sulla questione del presunto export di armi italiane nel Regno saudita. Gli ordigni fotografati riporterebbero, infatti, un codice identificativo relativo all’Italia e a una ditta produttrice di bombe che ha stabilimenti in Lombardia e Sardegna.

Secondo la legge n. 185 del 1990, però, sono vietati “l’esportazione ed il transito di materiali di armamenti verso i Paesi in stato di conflitto armato in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite […]” e “verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani”.

In merito alla possibilità del coinvolgimento dell’Italia nella vendita di armi destinate a colpire le popolazioni civili in Yemen, il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha dichiarato: “Quelle bombe non sono italiane. Nel senso che sono un contratto di una ditta americana che utilizza come subcontratto una ditta tedesca che ha due fabbriche in Italia. Ma nonostante ciò, dato che noi siamo molto attenti anche al transito di armi, anche se non sono appunto vendute dall’Italia, quando transitano nel nostro Paese, noi le controlliamo”.

Per capire come sia effettivamente coinvolta la Germania nell’esportazione di tali armi, la Iena si reca quindi a Berlino, dove incontra un parlamentare tedesco che, insieme ad altri deputati, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Governo di Angela Merkel. A questa interrogazione, il Governo Federale Tedesco ha risposto di non aver emesso nessuna autorizzazione alla ri-esportazione verso l’Arabia Saudita di bombe eventualmente prodotte da una società italiana. Anche in Italia, alcuni esponenti del M5S hanno avanzato sei interrogazioni parlamentari a riguardo, senza aver ottenuto però ancora risposte.

Intanto, sulla presunta esportazione di munizioni fabbricate in Italia e destinate alla coalizione saudita, la procura di Brescia ha avviato un’indagine che dovrà accertare se sono stati commessi reati in relazione alla legge che regola il commercio degli armamenti.

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