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ITALIA SENZA ONORE, SBEFFEGGIA I MARÒ: ECCO IL GIOCO ONLINE PER “RIPORTARLI A CASA”

(di Giuseppe De Lorenzo) – L’Italia è fatta così. Abbandona per tre anni due soldati prigionieri
in un Paese straniero e poi li sbeffeggia. Se fossimo stati altrove, probabilmente, per loro si
sarebbero mossi i governi e opinione pubblica. In Italia no.

La diffidenza verso chi veste una divisa è diffusa.
Sentimento che spesso si trasforma in ostilità: difficile dimenticare lo
striscione con scritto “10, 100, 1000 Nassiriya”, dopo la strage in
Iraq. Una fetta importante degli italiani e dei grandi media, infatti, non
s’indigna affatto per quanto accaduto ai due Marò, per l’incapacità
dei governi di “riportarli a casa”, per una storia che è diventata
una favoletta da internauti. Quando invece dovrebbe essere una delle pricipali
preoccupazioni della politica internazionale del Belpaese.
Da mesi sul web circola la domanda “E i marò?”,
diventata ormai un modo di dire ed una barzelletta. Per sbeffeggiare così chi
chiede la liberazione dei due fucilieri, come se fosse un chiodo fisso nella
testa di pochi “militaristi”. Il prolungarsi dell’arresto, i continui
rinvii delle corti indiane, il ritardo dell’Italia nella richiesta
dell’arbitrato, hanno aiutato a rendere la vicenda un gioco.
Un gioco, appunto. Come quello che due studenti universitari
poco più che ventenni hanno realizzato e diffuso oggi online. Si chiama “Marò Slug” e i protagonisti sono appunto i
due marinai rappresentati nella loro uniforme bianca, copricapo compreso.
L’obiettivo è riportarli a casa, sconfiggendo degli improbabili indiani che
compaiono da ogni dove. “I Marò sono appena evasi – si legge sul sito –
Sei pronto a salvarli? Sei pronto ad essere un vero italiano?”.
L’intento che ha spinto i due giovani a crearlo, a sentirli,
è puramente ironico. Eppure dimostra come sulla vicenda dei marò si sia ormai
abbattuta una patina di ridicolo, aizzata dalle frange della politica ostili
alle Forze Armate. Una patina distruttiva, almeno per l’immagine
che l’Italia da di sé all’estero. Incapace di trattare con il giusto rispetto
chi compie il proprio dovere in territori di conflitto.
Volevamo strappare una risata, niente di più –
assicura a ilgiornale.it Emiliano Negri, uno dei due
ideatori – Non volevamo assolutamente sminuire la vicenda dei fucilieri, ma
fare ironizzare su chi li usa per trovare consenso politico e di
pubblico”. “Solo satira – aggiunge – Ormai dire “E i Marò?”
è diventato l’inno di chi non sa cosa dire, ma punta a prendere consensi
facili, quando magari non è assolutamente interessato ai due fucilieri. La
satira è invece un modo per puntare il dito su questa vicenda”.
Quando gli facciamo notare che la questione internazionale è
più complessa di un semplicegioco e che sono coinvolte anche le
storie personali di due italiani, aggiunge: “La vicenda dei Marò, ne siamo
consapevoli, è molto complicata e deve (dovrebbe) essere affrontata
seriamente”.
Eppure, scorrendo tra i commenti sul sito, si comprende come
la serietà con cui la detenzione dei Marò dovrebbe essere affrontata, anche da
parte dell’opinione pubblica, sia solo un auspicio. E poco più. Mentre ministri
e politici hanno contribuito a stendere la coperta dell’indifferenza,
l’opinione pubblica si è gettata sulla satira. Che li trasforma in barzelletta.
Dimenticando che Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone
 erano su quella nave su ordine dello Stato che li ha
abbandonati.

Meriterebbero rispetto, piuttosto che diventar
protagonisti di un gioco online. Ma siamo in Italia.

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