Editoriale

IL GENERALE CHE TEME LA “CGIL CON LE STELLETTE” NELLE FORZE ARMATE

Allarme rosso nelle Forze Armate e in tutto il Comparto Sicurezza, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che “apre” al sindacato autonomo nell’Esercito. A temere le conseguenze è soprattutto il generale di Corpo d’Armata, ex comandante della Nato in Afghanistan, Vincenza Santo, che prevede un “decadimento etico dell’organizzazione militare attuale”. L’Alta Corte ha infatti riconosciuto lo scorso 11 aprile, il diritto a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di costituire organizzazioni sindacali in autonomia. e quindi diverse dall’attuale rappresentanza militare con tutele molto limitate.

Per questo servirà una nuova legge sul diritto di associazione sindacale delle Forze Armate per compensare i doveri che sono propri della professione militare come rispetto della gerarchia. obbedienza. disciplina e disponibilità emergenziali. La Cgil ha già fatto sapere ai promotori del ricorso al Consiglio di Stato (autore dell’eccezione di incostituzionalità) che elaborerà una proposta di legge di iniziativa popolare, per evitare che “restrizioni, limiti e costrizioni”, rendano la conquistata libertà sindacale un vuoto contenitore. Ovvero, un nuovo sindacato fra le “stellette” dovrà avere tutti i poteri delle altre organizzazioni dei lavoratori.

“Manca solo che il sindacato decida chi e se si va in addestramento – sbotta Santo – se le missioni debbano avere una durata temporale o funzionare a “singhiozzo” – come avviene per le caserme dei Carabinieri”. Santo ricorda infatti che sino al 1981 le oltre 4500 stazioni territoriali dei Carabinieri erano presidiate 24 ore su 24 con il militare di servizio alla caserma. Con l’obbligo dell’irrazionale turno tattico su sei ore di servizio – spiega il generale -il 90 per cento delle stazioni dei Carabinieri sono aperte ad orari spesso flessibili ed è prevalsa la narrativa che la stazione sia la stessa pattuglia che gira nelle nostre strade.

Per contro i promotori del ricorso alla Corte Costituzionale, l’Asso.di.pro, associazione a difesa del diritti civili. fanno sapere che la sentenza dell’11 aprile non solo equipara sullo stesso piano cittadini e militari, ma si uniforma anche alla pronuncia, nel 2014, della Corte di Strasburgo che aveva condannato il divieto imposto in Francia di costituzione di sindacati all’interno delle proprie Forze Armate.

In parere opposto il generale Santo che considera una ulteriore -iattura- la costituzione di sindacati autonomi fra militari: “Sono convinto che non ci fosse alcun bisogno dei Consigli di Rappresentanza ieri, così come di una specie di “Cgil con le stellette oggi’, ma essere soldato non significa essere peggiore o migliore degli altri, ma solo differente, senza alcun bisogno di mediazioni o di surroghe che non siano spirito di corpo, rapporti gerarchici funzionali. sincerità e lealtà lungo la catena di Comando.

a cura di Francesco Bozzetti

Giornalista Professionista. Ex vice direttore Mediaset e conduttore storico rassegna stampa “ReteQuattro”. In precedenza Inviato Speciale per le reti Mediaset in Italia e all’estero, capo servizio esteri al quotidiano “Il Giorno”. Prima ancora collaboratore quotidiani “Avvenire”, “Tuttosport”, “L’Unità” e “Gazzettino Padano”. editorialista per alcuni settimanali di attualità, opinionista “CanaleItalia”. Collabora con diversi giornali e Tv fra i quali il quotidiano “Libero”

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