Carabinieri

IL CENTRO NAZIONALE AMMINISTRATIVO DEI CARABINIERI NON DEVE CHIUDERE

CONSIGLIO CENTRALE DI RAPPRESENTANZA

-SEZIONE CARABINIERI-
NOTA INFORMATIVA
Il Cocer sta sostenendo in tutte le sedi, contribuendo anche alla stesura di due emendamenti resi già ammissibili uno che posticipa i tempi e l’altro che ne chiede l’annullamento  per bloccare il transito  al ministero economia finanze  la gestione degli stipendi del personale della p.a., compresi quelli dell’arma dei carabinieri  e delle altre ff.pp. e ff.aa.
Un’operazione che andrebbe a far lievitare il costo di un cedolino paga relativo alla trattazione degli stipendi,  dagli attuali 0,31 centesimi a ben € 1,81. aumentando la spesa di oltre un milione di euro all’anno.
Una “soluzione, della quale non se ne comprendono affatto le ragioni, anche alla luce del fatto che il centro nazionale amministrativo dell’arma, situato a Chieti nel ex scuola allievi carabinieri ausiliari, viene considerato, a fattor comune, un autentico centro d’eccellenza in materia stipendiale e pensionistica, al punto d’essere stato insignito, nel 2012, dell’ambitissimo premio Smau per l’innovazione della p.a.
in materia di tecnologie informatiche, proprio in ragione degli avanzatissimi progetti realizzati nel settore.
Una scelta, nel concepire una norma all’interno della legge di stabilita’,  in stridente controtendenza con le misure di contenimento della spesa pubblica, in un momento assolutamente critico come quello attuale, che richiederebbe, invece, la più oculata possibile gestione del soldo pubblico in tutti i settori della p.a.
L’OPINIONE

 
(di Guido Lanzo) – CHIETI. Tra indifferenza ed impotenza si chiude un’importante pagina di storia dell’Arma, quella che ha tracciato uno dei percorsi più evoluti di modernizzazione ed informatizzazione.
Il Centro Nazionale Amministrativo dei Carabinieri, ha le ore contate, precisamente sino al 1 gennaio 2015, giorno in cui tutti i corpi di polizia, compresa l’Arma dei Carabinieri, si dovranno avvalere delle procedure informatiche del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento dell’Amministrazione Generale, del personale e dei servizi – per il pagamento al personale delle competenze fisse e accessorie.
Tutto ciò allo scopo di razionalizzare, omogeneizzare ed eliminare duplicazioni e sovrapposizioni degli adempimenti e dei servizi della pubblica amministrazione per il personale e per favorire il monitoraggio della spesa del personale.
In poche righe la legge di stabilità cancella oltre un decennio di informatizzazione dedicata alla gestione amministrativa del Personale, fulcro imprescindibile del trattamento economico dei militari in servizio ed in quiescenza, pionieri di piattaforme online per controllare ed aggiornare la situazione amministrativa di tutti i carabinieri. Un reparto all’avanguardia, invidiato ed imitato dalle altre amministrazione, distintosi per aver da sempre garantito la corresponsione di ogni indennità accessoria con puntualità alle scadenze prefissate. Talmente efficiente da ricevere il premio “Innovazione ICT Milano 2012” nella categoria “ITC Pubblica Amministrazione” a Milano il 19 ottobre 2012.
Funzionante, a tal punto, da passare il testimone gestionale al M.E.F., che da all’indomani della riforma sovraintenderà il flusso amministrativo generato al C.N.A. sino al materiale pagamento di stipendi ed indennità accessorie, con una tempistica fisiologicamente dilatata. M.E.F. che, per oggettiva carenza di organico, probabilmente, si avvarrà di un ente esterno, in CONSIP, responsabile delle procedure di pagamento delle spettanze. Una società privata, quindi, che provvederà a gestire gli stipendi dei Carabinieri e di tutte le Forze Armate? Forse.
Resta il fatto che ad oggi il costo complessivo per la produzione di un cedolino dello stipendio da parte del C.N.A. è fissato nella cifra competitiva di circa 0,30 centesimi di euro, che potrebbe oscillare, post legge di stabilità, tra euro circa 1,50 e 1,80 con il passaggio al M.E.F. che moltiplicato per 106.000 (i militari dell’Arma) e per dodici mensilità, ammonta a circa 1.200.000,00 euro. Questo per i costi. Non parliamo del disagio che conseguirà il potenziale ritardo dei pagamenti e delle comunicazioni. Insomma si assisterà alle stesse
problematiche, ancora non sanate, derivanti dal travaso dell’INPDAP nell’INPS.
Ma se non c’è un risparmio in termini economici, se non c’è un recupero di risorse organiche (i militari continueranno comunque a prestare servizio all’interno del Centro), se già c’è un controllo da parte del M.E.F. sull’attività del C.N.A., allora come mai il governo punta a tutti i costi ad omogeneizzare la gestione amministrativa del Comparto Sicurezza e Difesa? Sarà forse il primo passo per un definitivo accorpamento?

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