Editoriale

FINTA CIECA BECCATA MENTRE FA SHOPPING: È LA MOGLIE DELL’AMMIRAGLIO TREU, MEDAGLIA D’ORO AL MERITO

Passeggiate nel traffico cittadino, shopping al mercato e al centro commerciale. Una vita apparentemente autonoma quella di Paola Morandi, moglie dell’ammiraglio Paolo Treu, medaglia d’oro al Merito di Marina e figlia di Giacomo Morandi, ex banchiere della Banca Commerciale. Se non fosse che per l’Inps, la donna sarebbe stata una cieca assoluta.

Accade a Roma. Come riporta il Messaggero, nel 1996 a Paola Morandi viene diagnosticata «un’atrofia ottica bilaterale da malattia di Leber», una patologia degenerativa del nervo ottico che le avrebbe permesso di ricevere una pensione di invalidità e un’indennità di accompagnamento di 846 euro al mese, pari a 200mila euro. Soldi, che secondo la Procura, la donna avrebbe percepito indebitamente a partire dal 2009. E ora Paola Morandi si ritroverebbe a processo per truffa.

Le indagini sarebbero iniziate nel 2013, quando il suo nome viene estratto fra quelli forniti dall’ufficio provinciale dell’Inps. I carabinieri avrebbero seguito la donna e avrebbero notato diverse anomalie. Paola Morandi si sarebbe mossa nel mercato rionale «senza urtare le persone o gli ostacoli presenti». Al centro commerciale sarebbe stata vista fare shopping «con disinvoltura sia nei movimenti che nella visione dei prodotti esposti».

La relazione dei carabinieri non lascerebbe dubbi: «Si deduce che Paola Morandi non riunisca i requisiti per poter essere considerata cieca assoluta». Non è tutto. L’indennità di accompagno sarebbe stata «indebitamente percepita sin dal luglio 1996». E così «la signora che insegna a vivere con gli occhi chiusi», com’era stata ribattezzata da alcuni giornali per il suo impegno nel volontariato in favore delle persone non vedenti, si sarebbe ritrovata a processo per truffa.

Per l’accusa, rappresentata dal vice procuratore Paola Giordano, Paola Morandi avrebbe «trasmesso all’Inps di Roma, che l’aveva convocata per una visita medica a verificare lo stato di invalidità la documentazione nella quale si dava atto, contrariamente al vero, dello stato di cecità assoluta». È quanto riporta il capo di imputazione. Insomma, la signora sarebbe stata cieca, ma non del tutto. Una differenza sostanziale per Inps e Procura che ora le contesterebbero a partire dal 2009 una somma di circa 200mila euro.

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