Per anni hanno chiuso un occhio sui controlli alla frontiera aerea permettendo così a tre cittadini stranieri – un messicano, un siriano e un albanese – di entrare in Italia dall’aeroporto Leonardo Da Vinci portando al seguito «ingenti somme di denaro in contanti» ma anche «preziosi di dubbia provenienza» e «presumibilmente anche carichi di droga»

In cambio due fratelli gemelli, agenti di polizia in servizio all’aeroporto internazionale di Roma, ricevevano somme di denaro «Oscillanti tra i 500 e i mille euro, oltre ad aver fruito di pasti gratis presso i ristoranti gestiti» a Roma dal siriano.

Ieri gli agenti della Squadra Mobile in collaborazione con la polizia di frontiera hanno arrestato con l’accusa di corruzione i due poliziotti sottoponendoli ai domiciliari.

Non solo «un aiuto amicale» scrive il gip, uno dei poliziotti «avrebbe implicato l’utilizzo di un illecito sistema di elusione-alterazione-condizionamento dei controlli». L’altro poliziotto aveva infine permesso tecnicamente al siriano di non sottoporsi alle verifiche del passaporto mentre nella valigetta come lo stesso denunciava all’Agenzia delle Dogane c’erano 150 mila euro. Il siriano sempre dal Libano dal 2013 al 2018 con la complicità dei due agenti era riuscito a introdurre in Italia più un milione di euro.