Corpo Forestale

CORPO FORESTALE E MOBILITÀ: ARRIVA LA DIFFIDA AL GOVERNO

I sindacati del Corpo forestale Sapaf e Ugl hanno presentato un atto formale di diffida nel confronti del governo, del presidente del consiglio e del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione per chiedere il differimento del termine di presentazione delle domande di transito ad altre amministrazioni, previste per i forestali a seguito del decreto legislativo 177/2016 e relativo all’accorpamento con i carabinieri.

“Siamo in presenza di una palese violazione di legge – dicono i segretari generali Marco Moroni e Danilo Scipio – perché il previsto DPCM non è stato mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale e qualcuno, dopo averlo veicolato due giorni fa sul sito www.mobilità.gov.it, pretende di far decorrere dal 23 novembre il termine perentorio di 20 giorni per esercitare la facoltà d’opzione al transito in altre amministrazioni. Termine che deve decorrere dalla pubblicazione in Gazzetta! In questo modo, per coloro che non vogliono essere militarizzati a tutti i costi, la strada diventa ancora più impervia, sia per i pochi posti disponibili e sia soprattutto per la tempistica imposta. Abbiamo ritenuto opportuno interessare anche la Corte dei Conti affinché, in assenza di urgenti modifiche del DPCM, non ottemperi alla prevista e necessaria registrazione”.

“Qui non solo vengono fatti morire i Forestali – concludono i due sindacalisti -, ma si è scelta la strada di praticare una lenta, inesorabile, lunga agonia agli appartenenti al Corpo, che fino all’ultimo devono essere umiliati ed offesi. Tutto questo avviene nel silenzio generale di chi dovrebbe controllare e invece si è già ‘venduto’ per una poltrona o un piatto di lenticchie, nell’indifferenza purtroppo della nostra classe politica troppo presa a recitare la peggiore commedia dell’arte, il teatrino dell’assurdo, in vista dell’inutile, quanto dannoso e dispendioso, referendum del prossimo 4 dicembre. Lotteremo con ogni mezzo legale consentito fino alla fine per impedire questo ulteriore scempio”.

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