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COCER CARABINIERI: “RIDATECI I NOSTRI SOLDI, NON LAVORIAMO PIU’ GRATUITAMENTE”

Il CO.CE.R. Sezione
Carabinieri, denuncia ancora una volta, una sperequazione dettata da
interpretazioni di norme e sentenze che spesso privilegiano alcune categorie
Dirigenziali escludendo, quasi sempre, quelli dei ruoli di base ed intermedi.

Infatti, La Corte
Costituzionale, in una pronuncia sulla legittimità del blocco stipendiale
triennale, imposto dall’art. 9, comma 21, D.L. n. 78/2010 (poi prorogato per un
quarto anno), ha sottolineato che il congelamento non si riferisce
all’indennità “di posizione”, ovvero a quella indennità collegata allo
svolgimento effettivo di funzioni dirigenziali, la quale nel contesto del
pubblico impiego può variare anche sensibilmente in relazione al posto
occupato. Tale indennità, nel campo delle Forze Armate è percepita dai Generali
di Divisione e di Corpo d’Armata, purché ricoprano un incarico ordinativamente
previsto per il grado rivestito; inoltre, i restanti gradi Dirigenziali come i
Colonnelli e i Generali di Brigata percepiscono invece, l’indennità
“perequativa”, la quale, pur avendo la medesima natura,  su quella di
posizione, viene denominata diversamente, in quanto attribuisce un emolumento
aggiuntivo agli Ufficiali che abbiano raggiunto la dirigenza piena dopo un
certo numero di anni.
Negli anni del
cosiddetto ”blocco degli automatismi stipendiale” è emerso che altre componenti
del Comparto Pubblico,  abbiano applicato diversamente le disposizioni di
contenimento della spesa prevista dal D.L. 78/2010, sia per quanto riguarda
l’alta dirigenza, che in taluni casi, anche per i “primi dirigenti”, come
verificatosi per i Vigili del Fuoco, considerando alcuni incarichi “nomine” e
non “promozioni” e in altri casi considerando la nomina a “dirigente” un cambio
di ruolo.
D’altro canto,
mentre le Forze Armate interessavano giustamente e diligentemente, la
Ragioneria Generale per un parere sulla materia, la Guardia di Finanza, dal
mese di giugno decideva di seguire la stessa linea interpretativa, di altri
settori del Comparto Pubblico (compreso lo stesso personale della Ragioneria
Generale), pagando l’indennità di posizione e l’indennità perequativa ai propri
Colonnelli e Generali colpiti dal blocco stipendiale.
Questo Consiglio
Centrale, non vuole assolutamente promuovere lotte di classe tra i ruoli, che
compongono la compagine Militare, ne tantomeno vuole privare nessun Dirigente
di un diritto acquisito dopo una sentenza della Corte Costituzionale, ma nello
stesso tempo, sottolinea la sottomissione e l’estromissione che Carabinieri,
Sovrintendenti, Marescialli, Tenenti e Capitani/Maggiori,  subiscono ogni
qualvolta vi sia una norma che gli esclude da un loro sacrosanto diritto, come
quello del blocco degli automatismi stipendiali ormai giunto inesorabilmente al
quarto anno.
Pertanto il
CO.CE.R. Carabinieri, chiede un incontro immediato con il Presidente del
Consiglio e con il Ministro della Difesa, per salvaguardare i Diritti di coloro
che non sono compresi nella sentenza della Corte Costituzionale, suggerendo
agli Organi Parlamentari di emanare una norma che ristabilisca una parità di
trattamento tra chi, avendo già uno stipendio decoroso, è stato graziato dalla
Corte di Costituzionale e dal M.E.F. e chi invece pur avendo uno stipendio da
fame viene continuamente offeso, denigrato e calpestato nella sua dignità di
essere Carabiniere.

“RIDATECI I NOSTRI SOLDI” O SAREMO COSTRETTI AD ESERCITARE ALLA LETTERA QUANTO
PREVISTO DAL CONTRATTO ECONOMICO E NORMATIVO IL QUALE CITA CHE” IL CARABINIERE
DEVE FARE 6 ORE DI SERVIZIO AL GIORNO” E NON QUELLO DI LAVORARE GRATUITAMENTE.

ROMA 5 luglio 2014

IL CO.CE.R.
Carabinieri

Firmato
COTTICELLI, CANDIDO,TALLINI, BOSI, RIJLLO, MOLA, SERPI,CALABRO’, LA FORTUNA,
PITZIANTI, AVVEDUTO, BENEVENTO, PINTO,RUMORE

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