Cibo, medicine e powerbank: il kit di sopravvivenza dell’Ue in caso di guerra o catastrofe. La Commissaria: «Tranquilli, potrete farvi la pasta alla puttanesca» – Il video
Con un video dallo stile accattivante e dal tono leggero, la commissaria europea per la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha acceso il dibattito sulla preparazione dell’Unione Europea alle emergenze. Nel filmato, diventato rapidamente virale sui social, Lahbib mostra il suo “kit di sopravvivenza” per 72 ore in caso di crisi. Ma il messaggio, pensato per sensibilizzare i cittadini europei, ha scatenato aspre critiche.
Un video pensato per i social
Il contenuto ha una durata di 1 minuto e 30 secondi, superiore ai classici 30 secondi dei reel, eppure il suo impatto resta alto grazie a un montaggio rapido e una narrazione efficace. Lahbib, con un completo blu che richiama sicurezza e stabilità, estrae uno a uno gli oggetti essenziali: acqua, medicinali, una radio, un power bank e perfino carte da gioco per ingannare il tempo.
Il tono utilizzato dalla commissaria alternava leggerezza e serietà, chiudendo con un deciso: “Be prepared. Be safe.” Un approccio che, se da un lato ha reso il contenuto più accessibile, dall’altro ha sollevato interrogativi etici sulla gestione comunicativa di un tema così delicato.
La strategia UE per la preparazione alle emergenze
Il video della commissaria non è un’iniziativa isolata, ma rientra nella “EU Preparedness Union Strategy”, una strategia che prevede 30 azioni per rafforzare la resilienza dell’Europa. La crisi in Ucraina, i rischi legati agli attacchi cibernetici e le tensioni geopolitiche rendono necessario un piano di emergenza comune.
Secondo Lahbib, gli Stati membri dovrebbero creare riserve strategiche di beni essenziali, come attrezzature mediche, cibo e risorse per la gestione di eventuali attacchi chimici o nucleari. Alcuni Paesi, come la Svezia, hanno già distribuito opuscoli alla popolazione con linee guida dettagliate su come prepararsi.
Critiche e accuse di “terrorismo psicologico”
Non tutti, però, hanno accolto favorevolmente l’iniziativa. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha definito il video “terrorismo psicologico“, accusando Bruxelles di voler alimentare il panico per giustificare un riarmo da 800 miliardi di euro.
Il leader Giuseppe Conte ha rincarato la dose: “Ci spingeranno a costruire bunker e accumulare scorte di cibo. Così sarà più facile far accettare ai cittadini un folle piano di riarmo.”
Lahbib ha replicato con ironia: “Con quello che si porta dietro per 72 ore ci si può fare anche una pasta alla puttanesca.” Ma la sua risposta non ha placato le polemiche, anzi, ha sollevato ulteriori dubbi sulla leggerezza con cui l’UE sta affrontando una questione tanto seria.
L’Europa tra preparazione e allarmismo
Nel contesto attuale, l’UE si trova a un bivio: prepararsi al peggio senza alimentare il panico. La strategia di Bruxelles risponde alla necessità di non farsi trovare impreparata di fronte a conflitti, crisi energetiche ed emergenze climatiche. Ma il modo in cui la comunicazione viene gestita gioca un ruolo cruciale.
Per molti, il video della commissaria rappresenta un’occasione persa: un tema così rilevante avrebbe meritato una comunicazione più istituzionale e meno da social network.
Nel frattempo, le divisioni politiche interne all’UE continuano ad allargarsi, con alcuni Paesi che spingono per una maggiore autonomia nelle decisioni strategiche e altri che chiedono un approccio comune e coordinato.

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