Carabinieri

Caserma dei Carabinieri inagibile da mesi: “San Vittorino abbandonata, servono risposte ora!”

Forze dell’ordine costrette a operare in condizioni estreme

È dal gennaio 2025 che la caserma dei Carabinieri di San Vittorino, nella periferia est di Roma, risulta ufficialmente inagibile. Una struttura delimitata da nastri bianchi e rossi, dove i militari continuano a svolgere il proprio dovere quotidiano nonostante le gravi criticità strutturali.
Una condizione che, a oltre cinque mesi dalla segnalazione, non ha ancora trovato soluzione. E che riguarda una zona ad alta intensità criminale, popolata da oltre 100.000 cittadini e con un’estensione superiore ai 100 km².

Una situazione che, come affermano gli operatori del territorio, non è più tollerabile. La sicurezza pubblica, infatti, inizia proprio dalla sicurezza di chi ogni giorno la tutela.

Un presidio dello Stato lasciato nel degrado

Le stazioni dei Carabinieri non sono semplici uffici: rappresentano un faro per la cittadinanza, una presenza istituzionale necessaria, soprattutto nelle periferie più esposte. Lavorare in una struttura inagibile non è solo umiliante per i militari, ma anche pericoloso. Eppure, nulla si è mosso, nonostante le proposte concrete già sul tavolo.

Il Municipio VI di Roma Capitale ha infatti messo a disposizione dell’Arma dei locali già pronti, con spazi raddoppiati rispetto all’attuale caserma e concessi a titolo gratuito. La nuova sede, oltre a garantire ambienti adeguati, permetterebbe anche un rafforzamento dell’organico sul territorio.

La denuncia di USMIA Carabinieri: “Il silenzio è assordante”

A denunciare con forza l’immobilismo delle istituzioni è Giuseppe La Fortuna, segretario nazionale del sindacato USMIA Carabinieri, che ha chiesto un incontro diretto con il Comandante Generale Salvatore Luongo.

“È imperativo intervenire senza indugi per garantire la sicurezza dei nostri uomini e donne in uniforme” – afferma La Fortuna – “Nonostante i numerosi incontri con i dirigenti dell’Arma, ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Ho chiesto formalmente un colloquio al Comandante Generale, che sin dal suo insediamento ha dimostrato sensibilità e attenzione nei confronti del personale. È fondamentale che Luongo interagisca quanto prima con il Comune di Roma per completare l’iter e procedere con l’assegnazione della nuova struttura.”

Il sindacalista ricorda come i militari di San Vittorino siano già fortemente esposti, operando in una delle zone con il più alto tasso di criminalità della Capitale, segnata dalla presenza di piazze di spaccio consolidate e degrado diffuso.

“Invece di onorare chi ogni giorno difende cittadini e legalità, li si obbliga a prestare servizio in una struttura pericolante” – aggiunge – “È inaccettabile. I nostri Carabinieri meritano rispetto, e questo passa anche da ambienti sicuri e funzionali. È urgente che le autorità riconoscano l’importanza del loro impegno e agiscano di conseguenza.”

Una periferia lasciata scoperta

San Vittorino non è un caso isolato, ma il simbolo di una periferia romana dimenticata, dove lo Stato rischia di arretrare.
In assenza di una caserma operativa e sicura, viene meno non solo il presidio fisico, ma anche la percezione stessa della legalità. La presenza dei Carabinieri è determinante per contrastare l’avanzata della criminalità e mantenere saldo il rapporto tra istituzioni e territorio.

Serve una risposta immediata

L’appello di USMIA è chiaro: servono decisioni, non dichiarazioni. I locali ci sono, il personale è pronto, le soluzioni sono già state individuate. Ora spetta al Comando Generale e alle istituzioni locali intervenire, senza ulteriori rinvii.

Intanto, i militari continuano a fare il proprio dovere. Ma lo Stato, stavolta, rischia di restare indietro.

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