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Carta da 382 euro, chi sono gli esclusi: Schlein attacca Meloni

Dopo la presentazione della carta sociale a sostegno di acquisti alimentari di prima necessità, il Pd attacca la misura e l’operato del governo. “Mancetta”, sottolinea Elly Schlein. “Elemosina di Stato”, ribatte il deputato Pd Arturo Scotto.

Giorni di scontro per il governo dopo l’annuncio della carta sociale “Dedicata a te”, destinata a supportare gli acquisti alimentari di prima necessità solo per determinate categorie di cittadini. Opposizioni, in particolare il Pd, vanno all’attacco: vengono contestati la ridotta la platea dei beneficiari, specialmente dopo la riduzione dei destinatari del reddito di cittadinanza e il troppo scarso impegno dell’esecutivo nelle misure economiche a contrasto di povertà e salari bassi.

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La carta sociale, come ha spiegato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in conferenza stampa, “ammonta a 382,5 euro per nucleo famigliare con Isee non superiore a 15.000 euro e almeno tre componenti”. L’aiuto “non è sommabile ad altri tipi di intervento e a quelli con Reddito di cittadinanza. La cassa dello Stato non ha risorse infinite e “dobbiamo cercare di dare una mano a tutti coloro che hanno bisogno, predisponendo misure calibrate”.

Tra i beneficiari della misura anti-inflazione, quindi, vi sono cittadini residenti nel territorio italiano con Isee non superiore ai 15mila euro annui, che non godono di altre integrazioni da parte dello Stato, ovvero “le famiglie più colpite dalla crisi e dall’inflazione”. Il sostegno verrà erogato attraverso gli uffici postali, dopo l’attività istruttoria dell’Inps.

Schlein: “Meloni smantella il reddito e offre mancetta”

Per Schlein è troppo poco. “Giorgia Meloni smantella l’unico strumento di protezione sociale, il reddito di cittadinanza, con una mano e poi offre una mancetta con l’altra, una cifra che insulta la dignità delle persone e non cambierà la vita di nessuna famiglia in difficoltà: i 382 euro della carta per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità corrispondono a circa 30 euro al mese, meno di un euro al giorno. E andranno solo a nuclei familiari di tre persone con Isee fino a 15mila euro, lasciando fuori le persone anziane che vivono da sole e tutti i percettori del reddito di cittadinanza. È una misura che esclude i comuni e i servizi sociali che invece conoscono le situazioni più critiche sul territorio”, afferma la segretaria del Pd.

“Continua intanto – prosegue Schlein – l’assordante silenzio della presidente del Consiglio sulla proposta di salario minimo: è l’Istat, e non l’opposizione, a certificare che aiuterebbe 3.5 milioni di lavoratrici e lavoratori. Con l’inflazione alle stelle, soprattutto sui generi alimentari, il governo abbia almeno la decenza di non sbandierare ai quattro venti un intervento che avrà un impatto zero su tante persone in difficoltà”.

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Altre le voci contrarie del Pd, come Marco Furfaro, della segreteria Pd, responsabile iniziative politiche, contrasto alle diseguaglianze e welfare. “Una presentazione in pompa magna, per mascherare con la propaganda l’accanimento sui più fragili. Questa è la social card”, fa sapere il deputato. “Una misura sottofinanziata, a carattere una tantum, di poco più di un euro al giorno, che esclude proprio i più poveri, cioè quei nuclei familiari che, pur disponendo di un Isee inferiore ai 15mila euro, siano composti da meno di tre persone o abbiano percepito altre indennità per combattere la povertà. Per esempio, anziani soli o conviventi con altri anziani, che rappresentano una delle aree a maggiore disagio economico e sociale, non avranno diritto alla card“.

“Il governo taglia il reddito di cittadinanza per quattrocentomila famiglie, ma poi tira fuori una social card che dà diritto a poco più un caffè al giorno. E lo spaccia per sostegno al potere d’acquisto. Non servono interventi una tantum e frammentari: occorrono misure strutturali per il contrasto alla povertà e ai bassi salari. Li aspettiamo sulle cose serie: rinnovi dei contratti per 7 milioni di persone e introduzione del salario minimo per legge. Il resto assomiglia molto a una elemosina di stato, che fra l’altro presenta anche elementi contraddittori e ingiusti in quanto sembra escludere proprio i più poveri”, afferma invece il deputato del Pd Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro.

Fonte Agi

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