La complessa e delicata indagine è stata portata avanti dalla guardia di finanza, in particolare dal nucleo di polizia economica finanziaria di Massa. E coordinata dall’allora procuratore capo Aldo Giubilaro, alla guida della Procura di Massa nel periodo in cui sono iniziate le indagini e dal sostituto procuratore  Alessia Iacopini .

Durante questo periodo è destarono sospetti una serie di ammanchi di oggetti sequestrati e di denaro dal magazzino dei reperti della caserma dei carabinieri Plava.

Secondo la ricostruzione della procura l’ufficiale si sarebbe resa responsabile del reato di peculato perché aveva la custodia e la responsabilità del materiale che veniva sequestrato, appropriandosene per motivi personali. Inoltre è accusata anche di avere falsificato il registro delle cose sottoposte a sequestro per nascondere le sottrazioni.

«Nel corso delle indagini – si legge in una nota diffusa dalla procura – è emerso che l’ufficiale aveva sottratto denaro per oltre 6mila euro e numerosi monili e preziosi che provvedeva, una volta trafugati, a monetizzare presso i negozi compro-oro della provincia».  (Il Tirreno)