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ALFANO LANCIA IL PIANO “SPIAGGE SICURE”. POLIZIA: «SOLO PROPAGANDA, MANCA IL PERSONALE»

 

«Gli italiani sono
stanchi di essere insolentiti da orde di “vu cumprà”, dobbiamo radere al suolo
la contraffazione». Il ministro dell’Interno Angelino Alfano presenta la
direttiva con cui chiede a prefetti e questori di rafforzare i controlli contro
l’abusivismo sulle spiagge e attacca l’ultimo anello della catena, le migliaia
di migranti che riempiono litorali e piazze delle città con milioni di prodotti
falsi. Parole che scatenano la polemica su Twitter e nei palazzi della
politica: «basta espressioni razziste», Alfano «è come Tavecchio». 

Il provvedimento
annunciato da Alfano è datato 8 agosto: nelle prossime 48 ore i prefetti
convocheranno i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica per
impartire alla Gdf e alle altre forze dell’ordine l’input arrivato dal Viminale
per restituire, dice il ministro, la «serenità agli italiani in ferie». E
aggiunge, quando gli viene chiesto se l’11 agosto non è un po’ troppo avanti
come data per presentare una campagna estiva: «è tutta la filiera che viene
messa sotto assedio dallo Stato. Questa operazione parte con le spiagge,
proseguirà per tutto l’anno a tutela del made in Italy e il 15 ottobre ci sarà
una prima verifica. La direttiva è dunque un di più, lo Stato non è stato in
sonno finora, abbiamo ottenuto grandi risultati». 
Ma a scatenare le
proteste è la formula scelta dal ministro – «orda di vu cumprà» – per definire
i venditori ambulanti. Formula utilizzata davanti alle telecamere e in un
tweet, ma in realtà usata già ieri nel comunicato ufficiale con cui il Viminale
annunciava la conferenza stampa: «con l’operazione “Spiagge sicure”, i turisti,
i nostri cittadini, potranno trascorrere le loro giornate in spiaggia, senza la
processione dei “vu cumprà’’, prevalentemente extracomunitari, dediti al
commercio abusivo di prodotti di provenienza illegale». 
«Tolleranza zero –
dice il Pd con Dario Ginefra – per le espressioni a sfondo razzista prima che
per le vendite in spiaggia». E se il deputato di Sel Cecilia D’Elia sottolinea
che «Alfano sta al ministero dell’Interno come Tavecchio alla Figc», il
presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi invita il ministro ad
utilizzare un «linguaggio più responsabile». «Deluso» e «sorpreso» dalle parole
di Alfano, che ha usato «epiteti ormai tramontati», è il sottosegretario agli
Esteri Mario Giro: «con fatica siamo riusciti a modificare il linguaggio e la
percezione degli italiani sui lavoratori stranieri e non credo – afferma – che
sia il caso di recedere». 
Parole dure anche
dal mondo cattolico. «Purtroppo – dice la Caritas – abbiamo sentito nelle
parole di Alfano usare nuovamente termini che pensavamo ormai desueti e
passati». «Colpisce – aggiunge Sant’Egidio – l’uso di un termine dispregiativo,
che certo non favorisce una corretta visione delle cose e tanto meno la
soluzione del problema». «Delle due l’una – sostiene invece l’Associazione
“Carta di Roma” che vigila sull’osservanza del codice deontologico dei
giornalisti – o Alfano non sa che “vu cumprà” è in disuso persino negli
ambienti xenofobi o l’ha deliberatamente usata per altre ragioni». Al coro di
critiche si aggiunge il Sindacato autonomo di polizia, stavolta però per la
«propaganda» del ministro: «non ci sono mezzi e qui si pensa di inviare i
poliziotti nelle spiagge». 
E che la
contraffazione sia un problema che mina seriamente l’economia italiana non è
certo una novità, come confermano anche gli ultimi dati: dal 1 gennaio 2013 al
30 giugno 2014 sono complessivamente oltre 87,5 milioni i prodotti contraffatti
sequestrati. Di questi, quasi un terzo (25,5 milioni) riguardano i settori del
tessile e dell’abbigliamento; 16,5 milioni sono invece i giocattoli, 8,7
milioni i prodotti di elettronica, informatica e audiovideo, 6,3 milioni i
farmaci. Nello stesso periodo sono state eseguite 69.045 operazioni
anti-contraffazione che hanno portato a 25.832 sanzioni amministrative, 12.521
denunce e 655 arresti. Numeri che il comandante generale della Gdf Saverio
Capolupo conosce bene, visto che le Fiamme Gialle sono in prima linea.
«Dedichiamo grandi energie a questa battaglia – sottolinea – e daremo completa
attuazione a questa direttiva in piena sintonia con le altre forze dell’ordine.
Si tratta di un fenomeno che va a minare fortemente il mercato legale». 
La campagna
punta dunque quantomeno ad aumentare questi numeri, agendo su due elementi:
tutelare i cittadini da un lato, “liberandoli” dall’assillo dei venditori
ambulanti, insistendo sulla pericolosità dei prodotti falsi e senza che
scattino pene e sanzioni per chi acquista le merci; colpire l’intero meccanismo
della contraffazione dall’altro. Certo è che l’intero settore delle merci
contraffatte, del quale tra l’altro sono parte non proprio marginale le
organizzazioni criminali, italiane e non, va a pesare fortemente sul Pil e
sull’erario. Ecco perché il ministro ha chiesto collaborazione ai sindaci
affinché oltre a Guardia di Finanza Carabinieri e Polizia, siano anche le
polizie locali a dichiarare guerra agli abusivi che «violentano costantemente
il made in Italy». 
fonte: La Stampa

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