Difesa

Trenta fa gli scatoloni al Ministero: «Fatta fuori, non meritavo tutto questo. Ho lottato contro Matteo più di altri»

In un’intervista di Simone Canettieri per ilmessaggero.it Elisabetta Trenta si apre lasciando trasparire rabbia e delusione. Infodifesa.it aveva già anticipato i contenuti di questa intervista in questo articolo:

A poche ore dalla soluzione di governo vi è una certezza: alla Difesa non ci sarà più la Trenta

«Sto benissimo». Elisabetta Trenta, voce nervosa ma cortese, sta facendo gli scatoloni al ministero della Difesa. Non è un modo di dire.
«È proprio così, vado di corsa, ho i minuti contati».
Sia sincera, è molto arrabbiata: è stata tagliata fuori dal nuovo governo.
«Sto benissimo. Ma non voglio parlare con i giornali».

E perché?
«Nessun giornale si è trovato bene con me. Il trattamento che mi è stato riservato è stato sempre pesante. Tantissimi attacchi».

Ma il suo problema semmai è interno al M5S: la sua uscita dal governo era scritta da giorni. Il ministro della Difesa non si è sentita difesa.
«Le devo dire la verità?».
Certo.
«Sapevo che il Movimento non mi avrebbe lasciato al ministero».
Oh! E quindi in questo momento sarà infuriata.
«Va bene: lo dico. Non sono contenta, non meritavo tutto questo».
Che ingrati i vertici grillini, lei è sempre stata in prima linea nella polemica quotidiana con Matteo Salvini. Ma si fa così? Si è sentita da sola al fronte.
«Sono stata una delle persone che ha lottato più di tutti contro Salvini».
Appunto. Si è immolata per la causa, e poi arrivederci e grazie?
«Voglio stare zitta perché in questo momento potrei dire di tutto e contro tutti».
Si tolga il dente. Luigi Di Maio non l’ha tutelata fino alla fine?
«Non so se Luigi mi abbia difeso, queste cose vanno valutate a freddo e non a caldo. Adesso ho mille pensieri contrastanti. E tanta rabbia. Ma voglio fare io una domanda».
Quale?
«Il ministero della Difesa è un ministero importante, il Viminale è un ministero altrettanto importante. È opportuno che ci siano due correnti politiche in entrambi i dicasteri?».
Cioè?
«Siamo sicuri che i tecnici siano abbastanza tecnici?».
Beh, Lorenzo Guerini non è un tecnico.
«Questo lo so bene, il mio successore è del Pd. Quindi devo pensare che Lamorgese lo sia. Non so cosa dire. Anzi, non mi va più di parlare. Ho da fare».
Gli scatoloni?
«Sì, sto chiudendo le mie ultime cose per portarle via».
Lei non è nemmeno parlamentare: una Caporetto per l’ex ministro Trenta?
«Io ho un mio bellissimo lavoro e valuterò adesso cosa fare nel mio futuro».
Sta per dire che ha chiuso con il Movimento?
«Ho chiuso con il Movimento? No, e perché?».
È delusa, arrabbiata.
«Io credo nel Movimento perché è fatto di idee e valori».
Ma anche di persone che non la hanno presa in considerazione per il nuovo governo?
«Lo ripeto: il M5S è fatto da persone».
Sta per dire che è delusa dal comportamente di Luigi Di Maio?
«No, con Di Maio nessun problema, ma…».
Ma?
«Basta così, mi aspettano gli scatoloni, poi andrò a portare una corona all’Altare della Patria».
L’ultimo gesto politico-istituzionale.
«Sì, tra poco sarò lì».
Quindi è pronta a ritornare al lavoro?
«Tornerò alla Link University dove insegno e dove dicono che io abbia cose strane».
Ovvero?
«Già stanno mettendo in giro cose strane sul mio ritorno. Vada a vedere».
Da una rapida ricerca su Google esce più che altro una sfilza di interviste rilasciate dall’ormai ex ministro, in agosto, contro Matteo Salvini («Mai più con lui»; «È inaffidabile»; «Bisogna chiudere il forno con la Lega»).

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