Polizia

Soldi in cambio di timbri sul passaporto. Arrestato un poliziotto e due denunciati

Ci sono anche agenti della polizia di Stato fra le persone arrestate e denunciate per una vicenda legata a permessi di soggiorno per cittadini albanesi. Corruzione aggravata e continuata, falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale, favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina, falsa attestazione a Pubblico Ufficiale su identità o qualità personali, rivelazione di segreti d’ufficio e uso di atto falso sono i reati al centro dell’operazione «Rainbow».

L’operazione coordinata dal pm Silvia Marchina ha portato all’arresto di un poliziotto di 57 anni in Sovrintendente Capo della Polizia di Stato, in servizio alla Polizia di frontiera aerea di Orio; di E.P., nata in Albania nel 1984 e di R.D.S., nata nel 1993 e residente in provincia di Cremona. È anche stata sequestrata l’agenzia di disbrigo pratiche amministrative «Tutti i Colori del Mondo» di Treviglio in via Gerola 2, di cui la E.P. è titolare, e la R.D.S. collaboratrice.Nell’ambito della medesima indagine sono stati anche denunciati, pur non essendo destinatari di misure cautelari, un Vice Ispettore ed un Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato, in servizio, rispettivamente, all’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e all’Ufficio Immigrazione della Questura, e quattro ulteriori cittadini albanesi.

Secondo i riscontri, la titolare dell’agenzia di Treviglio, con la sua collaboratrice., si adoperava per garantire l’illecito ingresso e la permanenza di albanesi privi dei requisiti di legge sul territorio nazionale, grazie alla collaborazione, «lautamente retribuita», del Sovrintendente Capo della Polizia di Frontiera aerea di Orio quale coordinatore dei turni del personale con mansioni di addetto ai controlli documentali sui passeggeri dei voli aerei. Il poliziotto apponeva sui passaporti di soggetti albanesi, a lui consegnati dalla titolare dell’agenzia, un timbro di quelli in uso alla Polizia di Frontiera, certificando così falsamente che gli stessi fossero transitati, in entrata, dall’aereoporto, e garantendo così agli stessi il diritto di circolare liberamente nell’area Schengen, per motivi di turismo, in regime di esenzione di visto, per un periodo di tempo complessivamente non superiore a 90 giorni ogni semestre, entrando e uscendo dal Territorio senza limitazioni. Di conseguenza, il timbro apposto sul passaporto diventava elemento sufficiente per regolarizzare la presenza dello straniero che, nel frattempo, poteva prolungare la propria permanenza, in deroga alla normativa vigente, presentando istanza di un permesso di soggiorno.

L’attività d’indagine ha permesso di identificare più cittadini albanesi sui cui passaporti, consegnati da E.P.al Sovrintendente Capo, dietro corrispettivi di denaro la cui dazione veniva immortalata tramite videoriprese, era stato apposto il previsto timbro in entrata, senza che gli stessi fossero in alcun modo presenti nelle liste passeggeri di voli arrivati in quelle date presso lo scalo aereo di Orio. In un caso, uno dei cittadini albanesi, qualche giorno, veniva anche fermato e controllato da una pattuglia della Polizia Stradale: grazie al timbro, in virtù del quale appariva formalmente regolare in Italia, riusciva ad evitare la notifica di un provvedimento amministrativo di espulsione, nel quale sarebbe invece incorso.

Il poliziotto aiutava anche altri cittadini albanesi che, sempre dietro l’interessamento dell’agenzia, si presentavano a Orio con documentazione carente dei requisiti, con la quale non avrebbero potuto accedere al Territorio Nazionale: veniva infatti concordato, l’arrivo con voli in concomitanza dei turni del Sovrintendente Capo, in modo da evitare una verifica documentale approfondita. Vi erano inoltre casi in cui la predetta documentazione era predisposta ad hoc per ingannare i previsti controlli di frontiere.Nell’apposizione del primo dei timbri esaminati nell’indagine in corso, relativo alla vicenda, è emerso il coinvolgimento del Vice Ispettore della Questura, ma che, all’epoca dei fatti, svolgeva le funzioni di capo turno in aeroporto. Inoltre un Assistente Capo Coordinatore, in servizio all’Ufficio Immigrazione, informava laE.P.di alcune notizie riservate, venendo anche successivamente ripreso in agenzia proponendosi di effettuare delle verifiche sui sistemi informatici della Questura.

Redazione Bergamo Online per il Corriere della Sera

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