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ROMA, CARABINIERE SI SPARA IN CASERMA: «LAVORO PER I SERVIZI. VOGLIONO CHIUDERMI LA BOCCA» L’ULTIMO POST CHOC SU FB

Un
carabiniere originario della provincia di Terni, Luis Miguel Chiasso, è stato
trovato morto, con un colpo di pistola al cuore, ieri sera nella sua stanza
nella caserma dove prestava servizio a Roma. L’ipotesi è che il militare
dell’VIII Reggimento Lazio si sia suicidato con l’arma d’ordinanza.


Poco prima di morire sul suo profilo Facebook aveva scritto: «Lavoro per i
servizi segreti italiani e internazionali», aggiungendo «mi resta poco da
vivere, so già che stanno arrivando per chiudere la mia bocca per sempre».

È accaduto intorno alle 22.30 di ieri nella caserma ‘Salvo D’Acquisto’, nella
zona nord della città. Il giovane è stato trovato a terra morto da alcuni
colleghi nella sua stanza, chiusa a chiave dall’interno. Secondo quanto si è
appreso, poco prima di morire ha chiamato il 112 in stato confusionale. A dare
l’allarme è stato il militare che ha risposto alla chiamata. Alcuni colleghi
sono andati a controllare nella sua stanza e, dopo aver forzato la porta lo
hanno trovato morto. Sulla vicenda indagano i carabinieri del Nucleo
investigativo.

Ieri sera sono giunti da Terni i genitori del militare suicida. La procura,
intanto, ha disposto l’autopsia.

Il suo
ultimo post su Facebook.
 «Qualcuno mi conosce sente le mie
parole alla TV mi sono creato il personaggio con un attore di Adam kadmon, vi
avevo promesso che avrei levato la maschera, come faccio a sapere tante cose?
Semplice, lavoro per i servizi segreti italiani ed internazionali da tempo sto
vedendo cose a noi sconosciute cose non di questo mondo ma dei nostri creatori,
purtroppo sapere determinate cose porta delle responsabilità, mi resta poco da
vivere so già che stanno arrivando per chiudere la mia bocca per sempre. Anni
fa giurai di essere fedele alla Repubblica italiana. Ora popolo vi dico
combattete ribellatevi fate che la mia morte non sia vana perché il popolo ha
il diritto alla disobbedienza verso il governo quando questo perda legittimità
agendo fuori dai limiti del mandato e il diritto all’uso consapevole
dell’illegalità giustificato dallo stato di guerra che i governanti, tradendo
il patto, avrebbero ripristinato».

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