Editoriale

Riduzioni Irpef per il Personale del Comparto Sicurezza e Difesa, decreto in arrivo

Nel testo del riordino delle carriere di Forze Armate e di Polizia viene sottolineato che “al personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate titolare di reddito complessivo di lavoro dipendente non superiore, in ciascun anno, a 28.000€” va riconosciuta sul trattamento economico accessorio – comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa, una riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali.

Affinché l’articolo 35, co 2,  Decreto Legge 95/2017 (riordino delle Carriere) dispieghi gli effetti evidenziati, è però necessario un decreto del Consiglio dei Ministri di prossima approvazione.

Secondo quanto apprende Infodifesa.it in anteprima, lo Stato Maggiore Esercito (I Reparto Affari Giuridici ed Economici) avrebbe delineato le misure già previste nel Decreto Legge del Riordino delle Carriere e sarebbe tutto pronto per essere approvato dal Governo.

Il Ministro della Difesa a novembre 2018 durante l’incontro con il Co.Ce.R. Interforze aveva sottolineato: “Abbiamo avviato l’iter per conseguire la defiscalizzazione delle indennità accessorie per il personale sotto una determinata soglia di reddito. Come noto, l’intervento in questione è stato previsto dal decreto legislativo 95 del 2017 e consiste, sostanzialmente, nella riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali dovute sul trattamento economico accessorio di coloro che abbiano conseguito, nell’anno precedente, un reddito annuo complessivo lordo di lavoro dipendente non superiore a 28.000 euro. Tale beneficio interesserà complessivamente 99.156 unità di personale del Comparto sicurezza e difesa. In particolare, per la Difesa, i beneficiari per l’anno in corso saranno 77.704, di cui 66.856 appartenenti all’Esercito, alla Marina (comprese le Capitanerie di porto) e all’Aeronautica Militare e 10.848 all’Arma dei Carabinieri (compreso il ruolo forestali).”

La defiscalizzazione – sottolineò ad Infodifesa.it il delegato Co.Ce.R. Marco Votano – che per l’appunto riguarda i redditi fino a 28.000 euro è stata chiesta al fine di evitare che l’aumento dei parametri di cui al riordino in combinato con la norma contrattuale, producendo maggiori entrate, “al netto del bonus sicurezza naturalmente”, danneggiasse i redditi più bassi facendo perdere la defiscalizzazione denominata al tempo “bonus 80 euro” ormai strutturato. Oltre ad essere stato un segnale importante verso i più giovani dei nostri colleghi, è stato spinto nel precedente mandato in particolare dalla Categoria Graduati del Comparto Difesa ma poi appoggiata e votata all’umanità da tutte le Categorie, per ridurre il differenziale tra i 4 punti parametrali del 1°CM e gli 8 del CMCS. “e gradi corrispondenti” incidendo nel contempo sugli stipendi della truppa che x il 64% i VFP1 ed il 74% i VFP4 sono agganciati al parametro dei 1°CM.

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