Editoriale

«Putin ha sbagliato i calcoli, ora rischia il bagno di sangue e la fine della guerra in Ucraina è imprevedibile»

I russi hanno sbagliato i calcoli. E adesso la fine della guerra in Ucraina può essere imprevedibile. Parola del capo del comitato militare della Ue, il generale Claudio Graziano. Che in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera fa il punto strategico sull’occupazione militare di Mosca nei confronti di Kiev: «I russi hanno preparato un’offensiva sulla base di informazioni certamente non corrette», esordisce Graziano. «La componente più efficiente del sistema di difesa degli ucraini si sono dimostrate le forze di difesa aeree. Sicuramente Putin ha sbagliato i calcoli ed è per questo che non ha la supremazia aerea. Poi la situazione può cambiare da un momento all’altro ed i bombardamenti nell’Ovest non lasciano presagire niente di buono».

Per il generale la Russia «sta rischiando un grande bagno di sangue in più di una città, a cominciare da Kiev. Ma le capacità militari e morali degli ucraini possono di certo fare la differenza. In più la Russia non ha la capacità tecnologica dell’Occidente, spende la maggior parte del suo bilancio militare per il sistema di armi nucleari. Putin non può perdere, ma non può nemmeno vincere». Mentre sulla no-fly zone invocata da Zelensky, «è una decisione che può prendere l’Onu, come è accaduto in Libia. In questo caso, senza una copertura delle Nazioni Unite, sarebbe un atto di guerra contro la Russia». Ma almeno gli ucraini stanno ricevendo armi dall’Unione: «Alcune informazioni sono classificate, ma certamente stanno ricevendo quanto viene destinato. Queste armi stanno anche lanciando un messaggio di difesa dell’intera Europa».

«Da Versailles viene un messaggio chiaro, ossia rafforzare la Difesa comune europea. È chiaro che il problema europeo in materia di spesa per la difesa non è semplicemente legato al solo raggiungimento del 2% del Pil. Oggi l’Europa dei 27 Paesi membri spende circa 230 miliardi di euro che servono a tenere efficienti circa 180 diversi sistemi d’armi a fronte dei 30 degli Stati Uniti, 17 sistemi terrestri a fronte di uno solo dei nostri alleati e via dicendo. Questa frammentazione oltre a non essere più sostenibile in termini di economia di scala, si stima che generi una sovrapposizione della spesa continentale fino a 100 miliardi di euro all’anno. Da qui l’esigenza non più rimandabile non solo di spendere di più, ma la necessità di spendere meglio evitando sprechi e duplicazioni».

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