Esercito

Precipita durante arrampicata, morto Tenente dell’Esercito 25enne. La fidanzata di Mattia: “Non ha urlato”

“È caduto e non ho visto né sentito grida. Ho assicurato la corda con i guanti, ho provato a chiamarlo. Nulla. Così ho dovuto allertare i soccorsi”. A parlare è Marianna, che al Corriere della Sera ha raccontato cosa è successo domenica scorsa, quando il suo fidanzato, Mattia Amort, militare dell’Esercito italiano di 25 anni con la passione per le arrampicate, è precipitato per una ventina di metri sulla Roda di Vael, nella Val di Fassa. Il ragazzo, che da qualche tempo si era trasferito in Trentino, a Daiano, in Val di Fiemme, è morto due giorni dopo all’ospedale di Bolzano, dove era stato ricoverato in condizioni gravissime proprio in seguito alla caduta, dopo il trasferimento in elisoccorso.

Il 25enne, insieme alla sua compagna, si trovava al settimo tiro da primo di cordata quando ha perso l’appiglio e, nella caduta, ha sbattuto contro la parete perdendo conoscenza.

Mattia “era una persona contentissima, perché riusciva a trovare il tempo per la sua montagna come me, nonostante gli impegni, riuscendo a scalare posti in cui non era mai stato e che aveva appuntato nella sua lista”, ha raccontato ancora la ragazza.

Amort, figlio di Andrea, che per anni è stato capostazione della val di Fiemme e operatore sanitario presso l’ospedale di Cavalese, era tenente dell’Esercito nel 7° reggimento Alpini alla caserma “Tommaso Salsa” di Belluno. Ma aveva anche intrapreso insieme al fratello il percorso per diventare soccorritore alpino. I suoi organi sono stati espiantati e verranno donati ad altri pazienti bisognosi in Austria e Germania. I funerali sono in programma venerdì alle 18 nella chiesa di Varena, la città di origine di sua mamma Monica Vaia, assistente sanitaria al centro per le cure palliative dell’Apss di Predazzo.

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