Carabinieri

Perde la testa, spara con una pistola a salve, l’ex carabiniere spiega cosa è successo

“Sono andato in tilt questa notte è vero, ma contro di me c’è un vero accanimento da più di 8 anni. Non mi toglierò la vita perché è un regalo di Dio, va vissuta, chi si suicida è solo un vigliacco, ma voglio che la mia storia venga a galla. La verità deve emergere a qualunque costo”.

Sale nuovamente alla ribalta delle cronache Salvatore Scardigno, ex Carabiniere di 52 anni, molto noto a Messina sia come carabiniere in servizio al nucleo radiomobile sia per le sue eclatanti proteste, che si è barricato dalle 5 di questa mattina nella sua abitazione di Molfetta , all’angolo tra via Raffaele Cormio e via Samarelli, dopo che nella notte i Carabinieri hanno cercato di rimuovere dalla strada la sua macchina, appena comprata, trovata senza assicurazione. L’uomo, dopo aver parlato al telefono con il sindaco Minervini, si sarebbe deciso a porre fine alla sua barricata.

“Ho perso la testa – racconta – Ho lanciato qualsiasi cosa dal balcone”. L’uomo, secondo quanto appreso, avrebbe anche sparato con una pistola a salve scacciacani e avrebbe lanciato anche un secchio di vernice sulla macchina dei militari intervenuti.

“Sono arrivato a Molfetta e mi hanno dato l’obbligo di dimora dalle 21 alle 7, ad ottobre mi hanno cacciato definitivamente dall’Arma, non dandomi più un euro e nemmeno mi hanno riconosciuto la buonuscita. Sono andato in Cattedrale, mi sono cosparso di benzina e il Sindaco Minervini, una grandissima persona, mi ha aiuto a inserirmi nella comunità trovandomi un lavoro in una struttura sociale. Sono seguito anche da un dottore, sono sempre stato tranquillo, avevo l’obbligo di firmare tre volti al giorno, per me è stato come ripartire”.

“Ho messo così 400 euro da parte, ho deciso di comprarmi una macchina nuova da un molfettese – conclude -. Ieri stesso mi sono recato in agenzia per l’assicurazione, mia madre mi avrebbe aiutato a pagarla, ma questa notte i Carabinieri sono venuti a controllare la mia macchina. È vergognoso, ci sono persone agli arresti domiciliari e vengono a controllare me, continuano ancora ad oggi questo accanimento che va avanti da 8 anni”.

Tratto da StampaLibera.it

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