Carabinieri

Tre arresti per la strage della funivia. “Usato forchettone, per disabilitare i freni di emergenza”

Sono arrivati questa notte i primi arresti per la strage della funivia Stresa- Mottarone. Dopo ore di interrogatori ad oltranza tre persone sono state portate nel carcere di Verbania, tra loro anche Luigi Nerini, 56 anni e proprietario della società ‘Ferrovie del Mottarone’ che gestisce l’impianto. 

Oltre a Nerini, le persone fermate per l’incidente alla funivia che ha causato 14 vittime sono un ingegnere, il direttore del servizio, e il capo operativo del servizio. Le accuse nei loro confronti sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime.  I tre fermati hanno “ammesso”.

Lo afferma il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani. “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso”, dice l’ufficiale dell’Arma ai microfoni di Buongiorno Regione, su RaiTre. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio,hanno scelto di lasciare la ‘forchetta‘, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”. 

Infatti già dalle prime rilevazioni il sistema frenante era apparso manomesso. Era stato utilizzato un dispositivo, un cosiddetto forchettone, per disabilitare i freni di emergenza. Non una dimenticanza, ma una scelta deliberata per evitare continui disservizi e blocchi della funivia. E quando il cavo si è spezzato il freno di emergenza non è entrato in funzione.  Nel pomeriggio di ieri i carabinieri di Stresa avevano ascoltato sei dipendenti della società e per un paio di loro la posizione si è inaspettatamente aggravata, tanto da far scattare in serata le prime iscrizioni nel registro degli indagati e quindi le manette. La manutenzione dell’impianto, ossia “i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento e dal manuale d’uso” dell’impianto spetta alle Ferrovie del Mottarone, società di proprietà di Nerini e i tecnici che lavorano per garantire la sicurezza sono i primi a finire nel mirino degli inquirenti dopo l’incidente.

Unico supersitite di questa tragedia, che ha causato 14 vittime  il piccolo Eitan, di 5 anni, ricoverato all’ospedale Regina Elena di Torino. Intanto i corpi dei genitori, del fratellino e dei bisnonni da Malpensa faranno rientro in Israele.  L’inchiesta in corso Nell’inchiesta della procura di Verbania sono finiti anche tutti i video delle telecamere del sistema di sorveglianza della struttura relativi ai giorni precedenti alla caduta della cabinovia. Nelle immagini a bassa definizione si vede anche l’ultima corsa verso l’alto interrotta a pochi metri dalla vetta quando si è spezzato il cavo trainante e la cabinovia ha ‘scarrellato’ verso il basso a velocità crescente dato che il sistema frenante di sicurezza non è entrato in funzione impedendo alla cabina di restare ancorata ai due cavi portanti. Il malfunzionamento dei freni ha fatto urtare la cabina contro un pilone quindi la cabinovia è precipitata al suolo da circa 20 metri prima di finire la sua corsa diverse decine di metri più a valle contro alcuni tronchi di abete. Oltre ai video di domenica, la procura ha deciso di sequestrare anche i filmati dei giorni prima per capire se si sia verificata qualche anomalia che possa spiegare l’incidente. Il giorno prima dell’incidente sul Mottarone, la funivia avrebbe avuto un guasto con blocco dell’impianto. Non è chiaro al momento se durante il blocco ci fossero persone a bordo delle cabine. “Così ci è stato riferito: si è bloccata la funivia e c’è stato un intervento per rimetterlo in funzione. Se questo sia collegato o meno ancora non lo sappiamo” ha sottolineato Bossi.

Assessore ai Trasporti del Piemonte: cabina indietro a 100 km orari

“Ci sono due sistemi frenanti che devono agire se purtroppo capita una cosa di questo genere. Se il sistema frenante non si aziona la cabina torna indietro, si calcola lo abbia fatto a oltre cento chilometri orari. In corrispondenza del pilone non dovrebbe esserci stato nessun urto, ma la pendenza che cambia a quella velocità ha fatto da trampolino e la cabina è saltata per aria a centro chilometri orari, facendo un volo di 54 metri, e poi è ancora rotolata per qualche decina di metri”. L’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha ricostruito così la dinamica dell’incidente. L’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano, ha invece precisato in Consiglio regionale che “la proprietà dell’impianto del Mottarone è del Comune di Stresa dal 1997 anche se “la trascrizione non è potuta avvenire perché il Comune non ha prodotto gli atti più volte richiesti”. L’assessore ha poi ribadito all’agenzia Ansa: “Noi siamo ancora nella fase di lutto, stiamo ancora pregando per la vita di Eitan, ma i titoli di oggi ci sollecitano a informare il Consiglio prima di tutti: il tema che è emerso in questi giorni merita una risposta”.

Il medico: la situazione resta critica, ma Eitan dà segni di risveglio

“Il risveglio è partito, la risposta del bambino è positiva. Comincia a dare i primi segnali di risveglio con colpi di tosse e alcuni momenti di respiro spontaneo. Ma in termini precauzionali stiamo andando con più calma e attenzione proprio perché la situazione del bambino è critica, seppur abbiamo dei segnali positivi”. Così il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, dopo che Eitan, il bambino di cinque anni unico sopravvissuto alla strage della funivia Stresa-Mottarone, è stato risvegliato dal coma indotto dai medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino dov’è ricoverato. “La situazione clinica resta critica e la prognosi resta riservata. Il bambino è ancora intubato. Se andiamo avanti in questa maniera e resta stabile l’auspicio è che riusciamo a instubarlo domani mattina. Procediamo con cautela perché la situazione complessiva di politrauma rende l’attenzione all’evoluzione anche del risveglio più attenta e accorta”, aggiunge Giovanni La Valle. “In questo momento ci preoccupano di più le eventuali complicanze non legate al sistema neurologico che abbiamo verificato che è integro, ma quelle che potrebbero sorgere dal politrauma appunto – continua La Valle – Non dimentichiamo che due giorni fa è stato operato per stabilizzare le fratture e che in questo momento lo stiamo tenendo sedato e stabilizzato dal punto di vista  emodinamico”. Eitan resta quindi ricoverato in rianimazione seguito dal direttore del reparto Giorgio Ivani e dalla sua equipe.

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