Migliora il poliziotto Di Martino e Hamis giustifica l’accoltellamento: “Vivo nel disagio”
Hasan Hamis, 37 anni e una vita sempre ai margini della legalità. Christian Di Martino, 35 anni e una vita spesa al servizio degli altri con la divisa della polizia di Stato. Due mondi distanti migliaia di chilometri quanti separano il Marocco, paese d’origine del trentasettenne, e Ischia (Napoli), comune d’origine del poliziotto in servizio alle Volanti di Milano.
Due universi che si sono incrociati tra le 23.20 di mercoledì e la mezzanotte di giovedì, nella stazione ferroviaria di Milano Lambrate, mischiandosi indelebilmente quando la lunga lama impugnata dal marocchino ha penetrato la divisa prima e il torace poi del vice ispettore, capopattuglia della volante Zara 4° turno.
Tre coltellate che hanno mandato Di Martino d’urgenza all’ospedale Niguarda, a lottare per la sopravvivenza. E che, probabilmente, con la pesante accusa di tentato omicidio, segnano il destino anche di Hamis, che dopo una lunga sfilza di reati commessi in Italia aveva più volte ricevuto decreti di espulsione senza mai essere davvero rimpatriato.
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L’interrogatorio di Hasan Hamis
Venerdì Hamis si è presentato davanti al giudice per la convalida del suo arresto. Il marocchino ha tentato di giustificare sé stesso dicendosi dispiaciuto per quello che era successo e spiegando i suoi gesti come una reazione alla situazione di continuo disagio e tensione in cui si trova. Vive per strada e per questo portava il coltello, per difendersi. Ha detto che a Milano era solo di passaggio. Non si può escludere nemmeno che più avanti possa valutare una richiesta di accertamento psichiatrico.
Dopo l’interrogatorio, durante il quale il Hamis era assistito dall’avvocato Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni, il gip Lidia Castellucci dovrà decidere sulla richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere, formulata dalla Procura. Il pm Maura Ripamonti ha chiesto infatti che resti in carcere perché la pericolosità del trentasettenne è evidente guardando il suo curriculum criminale.
Spesso trovato armato di coltelli, ha precedenti per droga, lesioni, rapine, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. Senza andare lontano nel tempo, appena tre giorni prima dell’accoltellamento a Milano, era stato fermato dagli agenti della polizia ferroviaria bolognese in stazione. Con un rasoio in mano stava prima infastidendo e minacciando i passeggeri su un treno Italo e aveva continuato a brandirlo davanti ai poliziotti. E sempre in una stazione, il 30 gennaio a Napoli, era stato trovato dagli agenti polfer con un coltellaccio addosso.
Venerdì sera, il gip ha convalidato l’arresto in flagranza di reato e disposto, per Hamis, la custodia cautelare in carcere, considerando il pericolo di fuga (è senza fissa dimora e irregolare) e di reiterazione di reati violenti (citando la recentissima minaccia a un capotreno con un rasoio il 5 maggio).
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Gli ultimi aggiornamenti sul poliziotto ferito
Sempre venerdì, fonti ospedaliere dal Niguarda, confermano che il paziente Di Martino ha passato una notte tranquilla. Le sue condizioni stabili ma la prognosi rimane riservata. Ora, come da prassi, si comincerà gradualmente a valutare la prima risposta agli stimoli. E poi si procederà con un lento e graduale risveglio.
Ha subito un lungo intervento perché la lama di 20 centimetri ha centrato rene e duodeno, oltre ai grandi vasi del torace e dell’addome. Durante l’operazione ha avuto cinque arresti cardiaci e sono state necessarie 70 trasfusioni, tra sacche di sangue e plasma, per mantenerlo in vita. Accanto a lui, oltre ai colleghi delle forze dell’ordine, la compagna, la madre e il padre, un poliziotto in pensione.
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