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L’EX PREMIER ITALIANO O IL SOVRANO GIORDANO: QUALE DEI DUE ISPIRA MAGGIORE FIDUCIA PER UNA MISSIONE?

La foto di Enrico Letta in
Afghanistan equipaggiato di elmetto militare e giubbotto antiproiettile,
diffusa dalla Presidenza del Consiglio, è stata per settimane su tutti i siti
di news e quotidiani. E la condizione anomala, il contrasto tra il rigore
dell’abito e cravatta e la sovracoperta bellica
, l’elmetto un po’ storto,
gli occhiali, hanno creato molta curiosità e attenzione. 

Poi, lo svolazzamento della
giacca
, provocato dalle pale dell’elicottero: prova madre dell’avventura e
dei rischi che il quasi giovane ex democristiano ha voluto vivere per il Bene
del Paese. Accettare di farsi spiegazzare il vestito – seppur
provvisoriamente – è del resto un sacrificio che solo chi non conosce Enrico
Letta può sottovalutare. 
Di qui anche l’andamento fiero, o almeno più fiero del solito, come dimostra il
movimento delle braccia.

E poi veniamo alla foto diffusa
pochi giorni dal re Abd allah di Giordania. Sguardo fiero, tronfio, sicuro
di vincere
. Pronto a capeggiare una missione contro l’ISIS. Il sovrano
dismette allora le vesti ufficiali, con tunica e copricapo arabo, e indossa di
nuovo gli abiti militari, quelli che ha vestito per anni nell’esercito, in una
forma di identificazione tra il re e la vittima. Da pilota a pilota, mostra
i muscoli e l’uniforme, palesando la forza di un popolo che non soccombe
.
Ora l’eroe diventa lui, Abd Allah, disposto anche a salire a bordo di un aereo
per comandare un’operazione di guerra; e ad annunciare la disponibilità del suo
esercito ad attaccare via terra le canaglie dell’Isis, riconquistandone le
roccaforti. Capisce, re Abd Allah, che nessuno meglio di un pilota sa
pilotare il suo popolo e guidarlo verso il successo.

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