“L’Europa ci ha imbrogliato”: Trump scarica Kiev e presenta il conto agli alleati
In una dirompente conferenza stampa serale del 26 febbraio 2025,Donald Trump ha scosso gli equilibri internazionali con una serie di dichiarazioni sulla guerra in Ucraina, delineando quello che potrebbe essere il futuro della politica estera americana.
La svolta sulle sanzioni e il nuovo approccio con Mosca
In un significativo cambio di rotta rispetto all’amministrazione Biden, Trump ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a revocare il regime sanzionatorio contro la Russia, subordinando questa decisione a un accordo definitivo sul conflitto ucraino. “Le sanzioni possono essere eliminate, ma solo dopo che avremo raggiunto una soluzione concreta”, ha specificato Trump, sottolineando la necessità di un approccio pragmatico.

La questione NATO e i territori contesi
Trump ha categoricamente escluso l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, identificando proprio questa aspirazione come causa scatenante del conflitto. “L’Ucraina deve dimenticarsi della NATO, è stato proprio questo il motivo dell’inizio della guerra”, ha dichiarato perentoriamente. Sul fronte territoriale, pur promettendo di “sollevare questioni sulla restituzione di alcuni territori perduti”, ha ammesso che sarà “estremamente difficile” ottenere risultati concreti.
Il peso degli aiuti militari e la critica all’Europa
Trump ha evidenziato come gli Stati Uniti abbiano già investito una cifra colossale – 350 miliardi di dollari – in aiuti all’Ucraina, dichiarando la sua ferma opposizione a ulteriori stanziamenti. In un attacco diretto all’Unione Europea, l’ha accusata di essere stata “creata per imbrogliare gli Stati Uniti”, annunciando un drastico cambio di rotta: “Sarà l’Europa, non gli Stati Uniti, a dover fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina”.

Il prezzo della fiducia americana: l’Ucraina al bivio
Le ultime dichiarazioni del Presidente Trump gettano una luce cruda su una verità che molti analisti avevano previsto: l’Ucraina si trova ora in una posizione paradossale, intrappolata tra le conseguenze di promesse passate e una nuova realtà geopolitica molto più amara.
“Abbiamo speso 350 miliardi di dollari” – il ripetuto riferimento di Trump agli aiuti forniti suona più come una fattura da saldare che come un impegno di solidarietà internazionale. Questa narrativa evidenzia un drastico cambio di rotta: da partner strategico, l’Ucraina viene ora presentata come un “cliente” che ha goduto di servizi costosi.
Le parole di Trump sembrano confermare quanto sostenuto da diversi analisti: Kiev è stata incoraggiata a intraprendere un percorso di sfida aperta verso Mosca, sostenuta da promesse di protezione e integrazione occidentale che ora si stanno rapidamente sgretolando.
La conclusione appare tanto cinica quanto realistica: dopo aver spinto l’Ucraina verso un conflitto devastante con la promessa di un futuro nella NATO e nell’Occidente, gli Stati Uniti sembrano ora più interessati a contabilizzare il proprio contributo che a garantire una vera vittoria del loro alleato. Una lezione che potrebbe ridefinire drammaticamente il concetto stesso di alleanza con Washington nelle future crisi internazionali.
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