Ladro minaccia carabiniere con un coltello: il militare spara per difendersi, colpita per rimbalzo la proprietaria dell’abitazione
Nel centro di Cesenatico, la notte tra martedì 13 e mercoledì 14 maggio si è tinta di tensione e sangue. Un carabiniere, intervenuto per bloccare un uomo sospettato di furto, ha esploso quattro colpi di pistola: due in aria, due alle gambe. Il bilancio? Due feriti: il ladro – ora in stato d’arresto – e una residente, colpita da un proiettile rimbalzato mentre si trovava dietro una finestra. Entrambi sono ricoverati all’ospedale di Cesena, fuori pericolo di vita.
L’inseguimento: il sospettato armato di coltello semina il caos
Tutto ha avuto inizio con una segnalazione: un residente nota un tentativo di furto in abitazione e chiama i carabinieri. I militari, giunti in via Cesenatico, raccolgono filmati da telecamere di sorveglianza che permettono di identificare l’uomo. Una volta localizzato, il soggetto tenta di fuggire, lanciando oggetti contundenti contro i carabinieri e scavalcando la recinzione di un’altra casa, dove cerca di forzare una porta finestra per introdursi di nuovo all’interno.
Nel frattempo arriva un secondo equipaggio di supporto. I militari lo accerchiano, ma l’uomo, con un coltello in mano, continua a minacciare e colpire. Nonostante l’uso del taser, inefficace, la situazione degenera.
L’estrema difesa: taser inefficace, poi i colpi di pistola
La tensione sale. Il carabiniere estrae la pistola dopo aver ordinato più volte al sospetto di disarmarsi. Il ladro ignora l’ordine e tenta un nuovo assalto con il coltello. A quel punto, il militare spara: prima due colpi in aria, poi due mirati agli arti inferiori. Uno dei proiettili rimbalza contro un infisso e colpisce il piede della residente, accorsa nel caos notturno svegliata dal trambusto e dall’antifurto.
Operato il ladro, ferita la proprietaria: Procura potrebbe aprire fascicolo
Il presunto ladro, in stato di alterazione, è stato operato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena. È piantonato in stato di arresto con le accuse di tentate lesioni aggravate, violazione aggravata di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale. Anche la donna, ferita accidentalmente, è stata soccorsa e medicata.
Ma la vicenda potrebbe non concludersi qui. La Procura di Forlì, come atto dovuto, valuta l’apertura di un fascicolo a carico del carabiniere per chiarire la dinamica dell’esplosione dei colpi. Un’inchiesta che, pur ritenuta una prassi in questi casi, aggiunge un nuovo livello di complessità al caso.
Un precedente che pesa: il caso Verucchio
La dinamica ricorda, seppur in forma meno tragica, l’episodio avvenuto a Verucchio la notte di Capodanno. Lì, un giovane di origine egiziana aveva accoltellato quattro persone prima di essere ucciso da un carabiniere. Anche in quel caso, l’intervento si era trasformato in una corsa contro la morte e il militare aveva agito in estrema difesa.
Due storie diverse, ma unite dal difficile equilibrio tra tutela della sicurezza pubblica e gestione della forza.
Difesa proporzionata: la nota dell’Arma
In una nota ufficiale, l’Arma dei Carabinieri ha sottolineato che il militare ha agito “dopo aver intimato più volte al soggetto di gettare il coltello”. Solo davanti all’inevitabile pericolo e all’imminente aggressione, ha fatto uso dell’arma in maniera proporzionata e mirata, evitando conseguenze peggiori.
Forze dell’ordine sotto pressione: tra protocollo e giudizio pubblico
In un’Italia dove la sicurezza è spesso al centro del dibattito, episodi come quello di Cesenatico mettono in luce le scelte drammatiche che le forze dell’ordine si trovano a compiere in pochi secondi. Tra tentativi di dissuasione, uso del taser e infine delle armi da fuoco, ogni gesto è analizzato, sezionato e – spesso – criticato.
La domanda che resta: cosa sarebbe accaduto se il carabiniere non avesse sparato?
E cosa succede ora, con un militare che ha fatto fuoco per difendersi, ma che potrebbe finire sotto inchiesta.

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