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La banda di carabinieri che derubava gli indagati

Una banda formata da sette carabinieri irrompeva nelle case degli indagati e, con la scusa di effettuare perquisizioni (illegali) e sequestri, si portava via soldi e gioielli e poi se li spartiva. La storia surreale è raccontata oggi dal Corriere della Sera, che fa sapere che due di loro sono stati arrestati. Secondo il racconto del quotidiano a far luce sull’attività dell’associazione a delinquere tra il 1999 e il 2005 e poi sui furti del 2017 e su un caso di usura che risale al 2019 è stata la denuncia della ex compagna di uno degli arrestati, che ha permesso al pubblico ministero Rosaria Stagnaro e all’aggiunto Laura Pedio di indagare.

La banda di carabinieri che derubava gli indagati

La donna ha raccontato che i carabinieri entrava nelle case dei pregiudicati sotto inchiesta «Dicevano: “Carabinieri!, apri!, perquisizione”. Quelli aprivano, loro gli facevano vedere il tesserino e cominciavano a perquisire», e ciò «che trovavano se lo portavano via (…) facevano una sorta di verbale» fingendo «di sequestrare soldi e gioielli».

Nessuno denunciava perché si trattava di proventi illeciti, ma i militari infedeli avevano preso a fare la stessa cosa con prostitute, stranieri e ospiti di alberghi conducendo, come scrive il gip Natalia Imarisio, una “doppia vita: rappresentanti delle forze dell’ordine e addirittura apprezzati investigatori da un lato; spregiudicati criminali dall’altro”. L’unica rapina accertata risale al 2005: i due arrestati, dopo aver carpito informazioni nella sala d’ascolto in cui un’indagata era intercettata, irruppero in casa sua e, schivando le telecamere spia del Ros, la legarono e rapinarono gioielli e contanti per 600.000 euro.

Redazione articolo Today.it

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