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KFOR, l’Italia invia la compagnia fucilieri del San Marco in Kosovo

L’ordine e la pace in Kosovo, che ha dichiarato la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2018, sono garantiti da una forza militare internazionale guidata dalla Nato: la Kosovo Force (KFOR). Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 638 militari, 230 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo.

Dal 17 novembre 2021, si legge sul sito del ministero della Difesa, il vice comandante della missione NATO KFOR è il generale B. Luca Piperni dell’Esercito Italiano.

Il contingente italiano è impiegato in diversi ambiti e mansioni come personale dislocato presso il Comando NATO a Pristina. Al suo interno operano circa 90 militari appartenenti alle tre Forze Armate e all’Arma dei Carabinieri; unità a livello Reggimento denominato Regional Command West (RC-W – Comando Regionale – Ovest) dislocato nella base “Villaggio Italia” nei pressi della città di Pec/Peja.

Il nucleo fondamentale di questa unità è costituito dal Reggimento artiglieria terrestre “a Cavallo” della Brigata Pozzuolo del Friuli ed impiega anche militari di Austria, Croazia, Macedonia del Nord, Moldavia, Polonia, Slovenia, Svizzera e Turchia.

Nell’ambito del Regional Command West, comandato dal Colonnello dell’Esercito Marco Javarone, operano anche 12 Liaison Monitoring Team (LMT – Team di Collegamento e Monitoraggio) con il compito di assicurare un continuo contatto con la popolazione, le istituzioni Governative locali, le organizzazioni nazionali ed internazionali, i partiti politici, ed i rappresentanti delle diverse etnie e religioni presenti sul territorio al fine di acquisire elementi di conoscenza utili al Comando KFOR per lo svolgimento della propria missione, garantendo un “ambiente” sicuro e stabile; battaglione multinazionale di ricerca informativa – l’Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Multinational Battalion (ISR MNBN), costituito dal 1 giugno 2016 e alle dipendenze di KFOR; un LMT a leadership italiana, inquadrato nel Regional Command East a guida Stati Uniti d’America, che opera nella municipalità della capitale Pristina; reggimento Carabinieri denominato Multinational Specialized Unit (MSU-Unità Multinazionale Specializzata) situato nella città di Pristina e comandato dal colonnello dell’Arma dei Carabinieri Maurizio Mele.

L’Arma dei Carabinieri contribuisce alla missione italiana in Kosovo con questa unità altamente specializzata sin dai primi giorni dell’agosto 1999, anno di inizio della missione NATO. Da sempre il reggimento è stato impiegato nella zona nord del Paese caratterizzata da una forte presenza di popolazione di etnia serba prevalentemente nella città di Mitrovica.

Il Reggimento San Marco

Dal 18 luglio sono arrivati in Kosovo anche i Fucilieri di Marina pugliesi (la sede dei Marines italiani è a Brindisi) che hanno issato il vessillo del Leone Alato di San Marco nella base Camp Villaggio Italia, in località Belo-Polje nelle vicinanze della cittadina kosovara di Peja.

La 3ª Compagnia An-Nasiriyah del 2° Battaglione Assalto Venezia – 1° Reggimento San Marco – è tornata in Kosovo, dopo quasi vent’anni dall’ultimo dispiegamento del San Marco nell’area.

La Compagnia prenderà parte all’operazione KFOR – Joint Enterprise, alla quale partecipano 28 Paesi NATO e partner, con un impegno complessivo di circa 3.800 uomini e donne.

I fucilieri di Marina saranno impiegati, sotto la guida del Reggimento Piemonte Cavalleria (2°) dell’Esercito Italiano, in attività di pattugliamento dell’area di operazione, congiuntamente alle altre forze alleate ed alle forze dell’ordine locali, a difesa e protezione del Villaggio Campo Italia presso la località di Belo Polje, in attività di difesa e protezione del monastero di Visoki Dečani e nel garantire una Quick Reaction Force nell’area di operazione.

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